Diventa donatrice di midollo: «Per mia sorella morta a 18 anni uccisa da un linfoma»

Giovedì 8 Luglio 2021 di Mauro Favaro
Margherita e Chiara Mion
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SAN BIAGIO - «Prima della donazione ho ripensato al percorso con mia sorella. Il mio desiderio più grande sarebbe stato quello di poterla salvare. Dato che questo non è stato possibile, spero di poter salvare qualcun altro con una semplice donazione». Sono state queste le parole pronunciate ieri da Chiara Mion, 21enne di Olmi di San Biagio, che prima di partire per le vacanze ha deciso di sottoporsi a un esame del sangue per entrare nel registro dei donatori di midollo osseo. Un atto d’amore fatto in memoria di sua sorella Margherita, mancata nel luglio del 2017, a 18 anni, a causa di un sarcoma di Ewing, rara forma tumorale. Adesso se verrà chiamata perché “gemella genetica” di qualcuno - esiste una percentuale di compatibilità di 1 a 100mila - Chiara è pronta a dare una parte di sé per salvare quella persona. Non lo ha potuto fare per la sorella, la sua patologia non dava questa possibilità, oggi vuole farlo per qualcuno che non ha un nome ma un’anima e tanta voglia di vita. Come Devis, suo coetaneo di San Fior. A soli 21 anni è uno dei quattro veneti che hanno lanciato un appello di vita. Con lui ci sono tre padovani: due bambini di 5 anni e una donna di 50 anni. Tutti e quattro hanno come unica alternativa di vita il trapianto di midollo, se troveranno un donatore compatibile.

IL GESTO
Chiara ieri si è recata nel centro trasfusionale dell’ospedale di Oderzo per effettuare il prelievo del sangue per la cosiddetta tipizzazione. Ad accompagnarla c’erano i medici dell’unità, diretta da Arianna Veronesi, e la presidente di Admo Treviso, Roberta Bozzetto. «Provo tanta felicità e speranza di aiutare qualcuno – spiega Chiara – il mio appello ai giovani dai 18 ai 35 anni è quello di donare, perché da un gesto semplicissimo si può salvare una vita». «Nella sfortuna, ho avuto la fortuna di conoscere delle persone meravigliose, come Devis, a cui va tutta la mia stima e ammirazione per la forza con cui sta affrontando questo percorso difficile – aggiunge – ho deciso di far parte di questo progetto e di unirmi insieme a tante persone sperando di essere quell’uno su 100mila per aiutare qualcuno». 

L’INIZIATIVA
Dopo la tipizzazione, Chiara e suo padre, Marco Mion, assessore di San Biagio, hanno raggiunto il municipio. Proprio il Comune di San Biagio ha un primato: è il primo in Veneto ad aver aderito al protocollo d’intesa “Un dono in comune” tra Anci Veneto e Admo Veneto per la sensibilizzazione alla donazione del midollo osseo. Toccata dall’esperienza di Margherita, la giunta di San Biagio non ha esitato a contattare Admo Veneto e a organizzare un’azione di sensibilizzazione, che tra le altre cose prevede l’invio di una lettera a 5mila cittadini attraverso il notiziario comunale. «Abbiamo approfittato della diffusione capillare del notiziario per allegare questa bella iniziativa, un Dono in Comune, accompagnata da una nostra lettera – sottolinea il sindaco Alberto Cappelletto – è lo spirito che ci contraddistingue, siamo presenti per aiutare e sostenere le famiglie». “Noi siamo stati tanto aiutati dalla comunità di San Biagio quando abbiamo vissuto il lutto di nostra figlia – conclude l’assessore Marco Mion, papà di Chiara e Margherita – ci hanno aiutato a trasformare il dolore in un progetto: prima il libro che racconta la storia di Margherita, e oggi il sostegno alla donazione di midollo”.
 

Ultimo aggiornamento: 9 Luglio, 11:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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