Bottacin: «Una grande oasi naturale nell'invaso di Ciano»

Sabato 15 Maggio 2021 di Paolo Calia
Bottacin: «Una grande oasi naturale nell'invaso di Ciano»

CROCETTA - Una grande oasi naturale, con percorsi tracciati, a disposizione di tutti.

Circondata da argini che la delimitano, ma senza essere invasivi. Giampaolo Bottacin, assessore regionale alla Protezione Civile, quando si parla di casse d’espansione nell’area di Ciano, ha questa idea. Che non c’entra nulla con chi invece prevede argini in cemento e devastazione ambientale. Immagine questa che lui considera assolutamente distorta, per non dire campata in aria. Senza contare poi l’utilità chee avrebbe di un invaso del genere, pensato per contenere il Piave quando esonda. E la potenza del fiume quando si carica di acqua a detriti è ben nota a ogni singolo residente lungo le rive.

 
Assessore Bottacin, le critiche di chi non vuole le casse d’espansione lungo il Piave non si arrestano.
«Per rispondere partiamo dai numeri. Parliamo di mettere in sicurezza un’area dove vivono 80mila persone. Il Piave, nei momenti critici, può arrivare a una portata di 4.500 metri cubi d’acqua al secondo. Per fare un paragone: durante Vaia, la portata era di 2.500. E sappiamo tutti quello che è successo».


Le casse d’espansione quindi a cosa servono?
«A contenere almeno 70 milioni di metri cubi d’acqua. Parliamo di una vasta area capace di accogliere questa mole d’acqua quando il Piave supera gli argini; di contenerla per poi farla defluire senza che sommerga le zone circostanti».

C’è che definisce queste opere una devastazione.
«Sinceramente sono discorsi che sento fare, con questa convinzione, solo qui. E dire che casse d’espansione ne abbiamo realizzate in tutta la regione: a Trissino, Caldogno, Pra’ dei Gai. Parliamo, in buona sostanza, di aree grandi, delimitate da terrapieni. Aree verdi, che possono essere sistemate con percorsi e utilizzate dalla gente. E che alla bisogna, una volta ogni cinque-dieci anni, quando capita la piena, vengono sommerse per contenere l’acqua che esonda. E che poi tornano fruibili. Certo, quando l’acqua defluisce, questi terreni dovranno essere ripulite. Ma non sarebbe un grande sforzo. Per dire: nelle aree d’invaso, ci sono anche vitigni».


Altra critica: per fare gli argini di contenimento serviranno colate di cemento.
«Non è così. Parliamo di terrapieni. Da nessuna parte abbiamo realizzato strutture in cemento, questo lo voglio sottolineare. Basta andare a vedere. Sono argini alti, indubbiamente. Ma diluiti in grandi aree al punto da non essere così facilmente individuabili. E poi smentisco anche chi parla di rischio idraulico: in tutti gli invasi che abbiamo realizzato questi rischi non ci sono».


È un’opera che vuole la Regione?
«Il primo stralcio (quello di Ciano ndr) è stato predisposto dall’Autorità di Bacino, di cui la Regione è un membro assieme ad altri nove. Nel 2009 poi un Dpcm ha stabilito che, per il Piave, servono delle opere per contenere almeno 70 milioni di metri cubi d’acqua. E ha individuato quattro punti per realizzarle: Ciano, Grave di Papadopoli, Spresiano e Ponte di Piave. E nel 2013 in ministero ne ha indicati almeno due da fare assolutamente: Ciano e Ponte di Piave».


Costi?
«Per la progettazione di Ciano 1,6 milioni di euro e 20 milioni per l’opera. Finanziati dal ministero che, infatti, ci ha sollecitati ad attivarci».


Le perplessità dai tanti amministratori però restano.
«Dopo Vaia e dopo l’acqua “granda” a Venezia ci sono stati due incontri con tutti i comuni rivieraschi, Protezione Civile, vigili del fuoco: uno convocato dal prefetto veneziano e uno da quello trevigiano. E tutti sono stati d’accordo sull’utilità di questa opera. Tranne il sindaco di Crocetta, convinta che le casse andrebbero a compromettere l’area di Ciano».


E ancora non riuscite a trovare un accordo.
«Sinceramente ho chiesto una soluzione alternativa, ma non è arrivato nulla. Le casse d’espansione sono state esaminate e approvate da due università. E ribadisco: non stiamo parlando di un’opera scelta dalla Regione, ma avvallata da governo e ministero. Noi stiamo lavorando per la condivisione. E la politica non c’entra: se il consigliere regionale del Pd Zanoni ci contesta, sindaci della sua stessa area politica sono a favore».


Adesso avete dato il via alla gara per affidare la progettazione. E c’è chi parla di accelerata.
«Accelerata? Sono 5 anni che parliamo del progetto e con in mezzo invito del ministero ad attivarci. Non c’è nessuna accelerazione».

Ultimo aggiornamento: 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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