Conti a rischio nel Comune di Treviso, pronti i tagli a cultura e servizi

Giovedì 26 Ottobre 2023 di Paolo Calia
Conti a rischio nel Comune di Treviso, pronti i tagli a cultura e servizi

TREVISO - Le spese aumentano, le entrate restano invariate, il tesoretto che fino a oggi ha consentito a Ca’ Sugana di parare i colpi ed evitare brutte conseguenze è praticamente finito. Risultato: nel 2024 ci saranno tagli ai servizi, agli investimenti soprattutto nei lavori pubblici, ai contributi dati ad attività produttive e iniziative culturali. Non verrà invece toccata la spesa per il sociale, come chiesto dal sindaco Mario Conte. I numeri che andranno a comporre il bilancio preventivo sono preoccupanti. Riccardo Barbisan, assessore alla Finanze, traccia un quadro non proprio incoraggianti: «Se da qui alla fine della dell’anno non ci saranno novità da parte del Governo, dovremo rivedere parecchie aspetti del nostro bilancio. E nella nosra situazione ci sono un po’ tutti i comuni», ammette. Da un anno a questa parte gli aumenti hanno eroso le riserve comunali. Il capitolo “energia” è il più pesante: «Dal 2021 al 2022 il costo della bolletta elettrica per tutti gli edifici comunali è aumentato di 1,1 milioni di euro - dice Barbisan - al 30 settembre 2023 abbiamo già speso 2.4 milioni di euro, circa 200mila euro in più rispetto all’anno scorso nello stesso periodo». Ma gli aumenti sono ovunque: il servizio idrico integrato è passato dai 27.509 euro del 2022 ai 193mila che si spenderanno nel 2023.

Il costo per l’assistenza domiciliare da 922mila euro a 1,1 milioni di euro. La gestione dei soggetti svantaggiati (minori abbandonati, marginalità) che il Comune gestisce attraverso l’Usl è cresciuto dai 2,6 milioni di euro del 2019 ai 2,9 milioni del 2023. Il trasporto scolastico, rispetto allo scorso anno, costa 19mila euro in più solo per l’adeguamento Istat; per la gestione del verde è stato necessario aggiungere 200mila euro.


MANCATE ENTRATE
Tutto questo si traduce in difficoltà non facili da superare. «Questi aumenti c’erano anche negli ultimi anni - osserva Barbisan - ma siamo riusciti a farvi fronte sia per il lavoro del mio predecessore Schiavon, sia perché avevamo un tesoretto ormai quasi del tutto utilizzato. Inoltre c’è venuta a mancare, anzi si è notevolmente ridotta, un’entrata per noi importante come il canone delle antenne, passato da 4 milioni di euro all’anno a circa 2-300mila. Tutto dovuto a una norma che ha, di fatto, trasformato quella che era una contrattazione commerciale a una semplice tassa di occupazione suolo pubblico». In più le entrate legate alle multe per il codice della strada sono passate da 12 a 9 milioni di euro. 


I TIMORI
«Entro dicembre faremo un bilancio di previsione prudente - annuncia Barbisan - ma è prevedibile che dovremo rivedere, al ribasso, spese e uscite. E penso soprattutto a una riorganizzazione dei servizi. L’unica cosa che non toccheremo sarà la spesa Sociale, i contributi per il minimo vitale e gli aiuti alle famiglie in difficoltà che, purtroppo, se non aumentano di certo non si riducono. La cosa positiva è che il nostro resta comunque un bilancio sano, dove l’indebitamento è ridotto al minimo». Il pericolo da scongiurare è quello degli aumenti: «In questa fase - continua l’assessore - stiamo ragionando più che altro a una riduzione della spesa. Non pensiamo comunque a tagli lineari, ma ponderati a seconda del capitolo di spesa e delle fonti di finanziamento. Qualcosa dovremo rivedere per quanto riguarda le attività produttive: la nostra intenzione è di non aumentare il costo dei plateatici, ma dovremo rivedere tutti i contributi, difficili da confermare. Così come andranno rivisti anche i contributi per le iniziative culturali. Con la garanzia che se nel corso del 2024 ci dovessero essere risparmi o entrate non previste interverremo su queste voci. Contiamo molto nelle risorse collegate al recupero dell’evasione». L’anno prossimo, inoltre, sarà difficile ripetere il prezzo bloccato per il costo delle mense scolastiche. Le aliquote Irpef, oggi quattro, verranno invece ridotte a tre. «Qualcosa potrà essere rivisto anche nelle opere pubbliche - avvisa Barbisan - anche se alcune fonti di finanziamento sono vincolate e quindi dovranno essere esaminate una per una. Probabilmente invece ci saranno aumenti per quanto riguardi i costi della pubblicità». Infine ella lista degli immobili da valorizzare ci finiranno anche le barchesse di villa Margherita e l’ex Eca, ovvero i futuri studentati: «Manterranno la destinazione pubblica, l’idea è che li prenda e li gestisca il Demanio visto che saranno servizi per l’università».

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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