Treviso. Chiude la storica ferramenta Bellieni dopo 130 anni: «Al nostro posto una pizzeria? Vedremo, ma sono già troppe»

Per 57 anni Giuseppe e Mario, rispettivamente 77 e 74 anni, hanno fatto del proprio mestiere il senso della loro esistenza, con tanti sacrifici

Venerdì 21 Luglio 2023 di Alfredo Baggio
I fratelli Bellieni

TREVISO - Saracinesche serrate e scaffali ormai svuotati della merce: dopo la chiusura definitiva lo scorso sabato la storica ferramenta Bellieni sta levando le tende, e i gestori, i fratelli Giuseppe e Mario Bellieni, lo fanno con l'amaro in bocca: 130 anni di storia trevigiana sopra ai quali è stata apposta la parola fine. Ma un locale vuoto, in centro, attira sempre una certa attenzione. I fratelli Bellini hanno ricevuto l'offerta di cedere lo spazio almeno in affitto per aprirci una pizzeria, ma hanno storto il naso: «Nemmeno il tempo di chiudere che già sono venuti a farmi una proposta per aprire una pizzeria. Ma non sappiamo ancora cosa faremo, si vedrà nei prossimi mesi, però ristoranti, bar e pizzerie in centro sono già tante». Con Giuseppe e Mario si chiude un capitolo importante del commercio in centro. Loro rappresentano la terza generazione alla guida dell'attività iniziata nel lontano 1893 quando il nonno, Paolo Bellieni arrivò dalla Lombardia, imprenditore nel settore del metallo, per trovare fortuna a Treviso.

Dopo il padre Andrea il testimone era passato a loro due, mentre gli altri due fratelli, Paolo e Gianni, si sono occupati dell'azienda di produzione di reti e recinzioni metalliche ancora in attività in strada Ovest.

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La storia

Per 57 anni Giuseppe e Mario, rispettivamente 77 e 74 anni, hanno fatto del proprio mestiere il senso della loro esistenza, con tanti sacrifici e altrettanto successo, accattivandosi la preferenza di molti affezionati clienti che dai Bellieni ci andavano perché si poteva trovare un po' di tutto, grazie anche al sapiente consiglio che si poteva ricevere dai due fratelli. «Diciamo che siamo ormai arrivati con l'età - spiega Giuseppe - ben oltre quella della pensione. Ma il vero problema è che ormai il centro gira su tutt'altro pianeta. Se la gente vuole fare acquisti passa comodamente la giornata nei centri commerciali, oppure direttamente su Amazon». E spesse volte rimane interdetta su quanto ricevuto, rispedendo indietro quello che ha acquistato «perché manca il consiglio del commerciante - precisano i due fratelli - figurarsi che alcune persone avevano cominciato ad entrare per guardare gli scaffali, non pronunciare una parola, farsi una foto di quello che gli serviva per poi comprarlo su internet. Ma su internet sei solamente un numero - continua Giuseppe - mentre qui il rapporto era umano, si facevano due chiacchiere e si passava un momento gradevole assieme. Adesso sembra invece che a Treviso possano solamente aprire osterie e ristoranti, oppure negozi di abbigliamento, di catene. Per il resto il centro città è vuoto, anche in Calmaggiore». E non solo i negozi se ne vanno, anche gli uffici e i luoghi delle istituzioni se ne sono andati poco per volta dal centro città, una delle cause, secondo i fratelli Bellieni, di questa "desertificazione" della città dentro alle mura. «Da quando hanno decentralizzato tutto la gente che prima doveva recarsi agli uffici e magari passava di fronte al negozio e magari si fermava adesso non c'è più». E anche il fatto che da un po' di anni non sia più necessaria la licenza per la vendita di alcuni prodotti che in principio si potevano trovare unicamente dai ferramenta ha dato spazio a una concorrenza che molti trovano difficile da affrontare. «Se nei centri commerciali vendono il mio stesso prodotto a un prezzo inferiore, anche se di qualità scadente, le persone comunque andranno da loro» sottolinea Bellieni. Nonostante tutto, adesso arriva il meritato riposo, e i due fratelli potranno finalmente dedicarsi ai propri hobby, Giuseppe appassionato di aeromodellismo e Mario di giardinaggio. 

Ultimo aggiornamento: 22 Luglio, 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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