TREVISO - Le certezze e i dati dell'Arpav smentiti da una foto: tanta pioggia concentrata in una piccola area, ma non «un evento meteo eccezionale» è la lettura dei dati delle centraline pluviometriche e il successivo responso che gli esperti del centro regionale dell'Arpav di Teolo (Padova) forniscono sul fenomeno che sabato ha innescato nell'Alta marca trevigiana il disastro di Refrontolo.
I dati delle centraline più vicine all'area dell'alluvione - per l'Arpav - vanno da un massimo di 70 millimetri ad un minimo di 47 millimetri di pioggia per metro quadro (con un dato medio quindi di 59 mm) nell'arco di due ore, fenomeno che può capitare da 5 fino alle 10 volte in un anno.
Ma spunta una foto che smentisce l'Arpav: il nubifragio di Refrontolo ripreso e postato su Fb da un utente dalla zona di Crocetta del Montello, a ridosso del Piave (grazie alla luce di un fulmine) dà la visione esatta dell'impressionante muro d'acqua che assomiglia a un tornado ma tecnicamente si chiama microburst. La foto e' stata scattata con un iPhone e un'applicazione per fotografare i fulmini. Si tratta di un documento eccezionale che testimonia l'incredibile intensità della precipitazione e la sua ristrettissima ampiezza.
Stando alla stima del radar dell'Osmer Friuli Venezia Giulia, che si basa sulla riflettività, sull'area del Molinetto della Croda, o poco più a monte, sarebbero caduti fra i 150 e i 200 millimetri di pioggia in meno di un'ora, una quantità incontenibile per qualunque corso d'acqua e che getta nuova luce - ben diversa da quella Arpav - sulla portata dell'evento atmosferico.
Gi. Bi.
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