L'assalto a villa Giol sventato dal custode 25enne: «Li ho visti dalle telecamere e sono uscito a braccarli con i cani»

Giovedì 18 Novembre 2021 di Maria Elena Pattaro
La villa di Nicola Giol

MOGLIANO - Loro si preparano ad assaltare la villa, lui che ne è il custode, li vede dalle telecamere, “blinda” la dimora, lancia l’allarme ed esce a cercarli. Prima con i cani e poi in macchina, attraverso i campi, armato solo del proprio coraggio (il porto d’armi non ce l’ha) e di un invidiabile sangue freddo. E’ merito suo se martedì pomeriggio l’assalto a Villa da Riva, in via della Chiesa a Zerman di Mogliano, è andato in fumo. Ivan (nome di fantasia per rispettare la sua richiesta di anonimato, ndr), 25 anni e in servizio da 5, non ha avuto esitazioni: «In quei momenti bisogna essere svelti.

Ho agito d’istinto, spinto dall’adrenalina e sono riuscito a metterli in fuga».

Erano almeno in quattro: i tre avvistati sul monitor mentre tentavano l’intrusione dal retro della proprietà e il quarto scappato davanti alla villa. Ivan non ha pensato alle eventuali armi che i banditi potevano avere con sé, ma solo a difendere la sontuosa villa quattrocentesca, affrescata dalla scuola del Veronese se non addirittura dal maestro stesso e oggi di proprietà dell’imprenditore Nicola Giol, uno degli ex proprietari del gruppo Pam Panorama. Tutto pur di evitare una rapina come quella andata in scena 48 ore prima nella villa del petroliere Giancarlo Miotto tenuto in ostaggio per 40 minuti insieme alla moglie, alla figlioletta di 7 anni e a due domestiche da un commando armato. Pistole in pugno, all’ora di cena i rapinatori hanno fatto irruzione nella villa affacciata sul Terraglio, a Marocco, e a forza di minacce si sono fatti aprire cassaforte e caveau, scappando con un bottino da un milione di euro tra contanti, gioielli, orologi e altri preziosi. Uno scenario da incubo che il giovane custode è riuscito a scongiurare. Pericolo scampato quindi per il proprietario e per il personale di servizio che martedì sera si trovava nella lussuosa dimora. «La cosa più importante è che la banda non sia entrata. Quelli una volta dentro ti tengono in pugno, come è successo nell’altra villa». 

BANDA SUL MONITOR
Ore 17.28: il custode rientra da alcune commissioni, getta uno sguardo al monitor della videosorveglianza e rimane raggelato: «Ho visto tre persone con il passamontagna dietro al cancelletto che dà sui terreni posteriori. Uno di loro ha scavalcato, guardava verso la villa, forse doveva fare da palo. Gli altri due stavano tagliando la rete - racconta -. Avevano cercato di spostare la telecamera (in grado di rilevare la presenza di intrusi anche al buio, ndr) ma non ci sono riusciti del tutto». In una frazione di secondo Ivan si rende conto che la banda sta per assaltare la villa. Non c’è tempo da perdere. «Ho chiuso a chiave tutte le porte blindate e chiamato le forze dell’ordine». A chi era “blindato” dentro casa, con i malviventi pronti a far scattare l’agguato, ha detto di non preoccuparsi. 

A CACCIA DEI BANDITI
«Sono uscito con i cani, due golden retriever: quando i malviventi mi hanno visto sono fuggiti attraverso i campi sul retro». E il custode si è lanciato all’inseguimento, in macchina stavolta, insieme a un giovane collega. A caccia della banda lungo i viottoli infangati, attorno buio pesto. «Ho girato un po’ ipotizzando il percorso che potrebbero aver fatto - racconta il Ivan -. Poi ho spento fari e motore in attesa di un qualche movimento. Dieci minuti di silenzio». Quindi un segnale: i banditi avevano abboccato. «All’improvviso si è accesa una torcia. Forse il bandito pensava che fossi uno di loro. Ho acceso la macchina e so o corso verso la luce. Ma quando sono sceso non c’era più nessuno. Il deserto più totale». L’auto con a bordo l’intrepido custode e il suo collega ha fatto quindi marcia indietro mentre le gazzelle dei carabinieri raggiungevano la villa. «C’era un gran via vai di pattuglie. Proprio mentre una transitava, le telecamere hanno inquadrato un ragazzo incappucciato, con uno zainetto in spalla che è corso via - aggiunge il giovane custode -. Erano le 18.30, è stato avvistato anche da altri e potrebbe essere collegato alla banda». Il 25enne è stato sentito dai militari, che ora indagano sul colpo sventato e sui possibili collegamenti con la rapina alla villa di Miotto. «Ho mostrato ai carabinieri il punto esatto da cui la banda voleva entrare e consegnato i filmati delle telecamere» - conclude Ivan, fiero di aver fatto il suo dovere, ma senza la pretesa di essere considerato un eroe. In passato ci sono stati altri tentativi di intrusione ma mai di questa portata. «Se ho avuto paura? Mi ha guidato l’adrenalina ed è andata bene». 
 

Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 08:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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