L'impero del petrolio e l'agguato del 2015. Sposato con Irina, medico, ha una bambina di 7 anni

Martedì 16 Novembre 2021
la villa sul Terraglio
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MOGLIANO - Noto imprenditore petrolifero, uno dei più importanti del settore nel Veneziano, Giancarlo Miotto porta i suoi 79 anni con disinvoltura. Da uomo di mondo, a cui però la rapina di domenica ha assestato un duro colpo. Non soltanto economico ma anche emotivo al moglianese che abita in una sontuosa villa affacciata sul Terraglio, insieme alla moglie Irina, 51 anni, che è di origini russe e fa il medico, e alla figlioletta di 7 anni. 


L'IMPERO

La Miotto Generale Petroli di cui era titolare e ora in concordato fallimentare, era una storica e florida azienda.

Un piccolo impero, costruito fin dagli anni Cinquanta che nel 2015 aveva raggiunto un fatturato di 249 milioni di euro, entrando nella top ten delle aziende veneziane. Nello stesso anno è iniziato però anche il declino, dopo la fusione con Miotto Trasporti, culminata nel luglio scorso con la dichiarazione di fallimento da parte del tribunale. Una decisione impugnata però dai legali di Miotto. La società era stata posta in liquidazione volontaria nel luglio del 2017 e a inizio 2020 ammessa con riserva alla procedura di concordato. Il 21 dicembre è fissata l'udienza per lo stato passivo dei creditori. «Io non sono più titolare da tre anni - spiega Miotto - e la rapina di domenica è un fatto del tutto slegato dalla vicenda della società. E' un episodio che mi colpisce come privato». 


LA PRIMA RAPINA

Non è la prima volta che un commando fa irruzione nella bella dimora di Miotto. Un assalto venne compiuto nel 2015 quando un commando di tre uomini armati di cacciavite fece irruzione nella dimora ma il bottino fu di poco conto - qualche migliaia di euro - perchè in quel caso la moglie dell'imprenditore li mise in fuga attivando il teleallarme collegato con l'istituto di vigilanza privato e ai carabinieri. Il bottino era di qualche migliaia di euro in contanti. La banda aveva fatto irruzione nella villa dopo aver forzato una portafinestra. I malviventi avevano sorpreso nel sonno il maggiordomo e custode, un cingalese di 47 anni e, minacciandolo con un cacciavite, gli avevano intimato di indicare loro dov'erano il denaro e i padroni di casa. Avevano quindi raggiunto la stanza dell'imprenditore. Miotto dormiva e i malviventi avevano frugato nella stanza, riuscendo ad arraffare una molletta portasoldi contenente 2 mila euro in contanti. Proprio in quel momento l'imprenditore si era svegliato mettendosi a urlare. La moglie che in quel momento era in un'altra stanza, lo aveva sentito e aveva subito attivato il teleallarme mettendo in fuga i rapinatori, fuggiti con una refurtiva tutto sommato modesta. Domenica sera, invece, non è andata così bene e il bottino è stato da capogiro. 


LA SECONDA RAPINA

La differenza tra l'episodio di sei anni fa e quello dell'altra sera è che stavolta i ladri erano professionisti e senza scrupoli, arrivando a minacciare persino la figlioletta. «Se non avessimo aperto cassaforte e caveau avrebbero rapito nostra figlia. Sono arrivati persino a minacciarla di morte quando lei ha chiesto che non facessero del male alla mamma». Essere ostaggio in casa propria di quattro rapinatori armati di pistola è già di per sé un'esperienza-limite. Ma se i banditi arrivano a minacciare la tua bimba, di appena 7 anni, l'angoscia si moltiplica: «Abbiamo ubbidito, terrorizzati» - dice Miotto -. Mia figlia mi ha chiesto se i rapinatori entrati in casa fossero quelli che pestano i bambini». La piccola ha visto la madre trascinata da due malviventi. La donna infatti ha avuto una sorta di mancamento per lo spavento ma i banditi erano decisi a farle aprire casseforti e caveau a tutti i costi. Un trattamento brutale a cui la bimba ha cercato di opporsi, con tutta l'ingenuità dei suoi 7 anni: «Non fate del male alla mia mamma». La risposta è stata tremenda: da tuffo al cuore per i genitori: «Stai zitta sennò ti sistemo io». Terminati quei 40 minuti di puro terrore, la piccola si è coricata a letto ed è riuscita ad addormentarsi. «Speriamo dimentichi, anche se sarà difficile» - dice il papà - Stamattina (ieri, ndr) non è andata a scuola, ma abbiamo ricevuto tanti messaggi di solidarietà e vicinanza dai suoi compagni di scuola». 
 

Ultimo aggiornamento: 10:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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