Trivelle in Adriatico, dopo il no di Zaia anche il ministro Calderoli è contrario

Venerdì 11 Novembre 2022 di Alda Vanzan
Trivelle in Adriatico, dopo il no di Zaia anche il ministro Calderoli è contrario
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ROVIGO - Oltre al superbonus, anche le trivelle aprono crepe nella maggioranza. Il primo decreto contro il caro-bollette del governo Meloni è preceduto da prese di posizione tutt'altro che accomodanti degli alleati di FdI. Il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, ha ribadito di opporsi a nuove trivellazioni nel Polesine, soluzione che sarebbe possibile con la norma per sbloccare le concessioni e aumentare la produzione di gas naturale. Sulla stessa linea Roberto Calderoli: «Condivido pienamente quello che dice il governatore Zaia», ha detto ieri sera il titolare degli Affari regionali e delle Autonomie arrivando a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri.
Con la norma sulle trivelle - su cui è già arrivato un via libera nell'ultimo Cdm venerdì - Meloni ha rivendicato la «messa in sicurezza del tessuto produttivo».

Ma la Lega non pare allineata. «Nel referendum del 2016, io avevo sostenuto il no alle trivelle, come quasi l'86% dei veneti e degli italiani. E oggi, confermare quel no non è soltanto una questione di coerenza», la posizione di Zaia, «preoccupato» perché «la prima industria del Veneto è il turismo».


L'INCONTRO
Dalle crepe ai chiarimenti? Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, domani vedrà il governatore veneto. «Incontrerò sabato Zaia su tutti i dossier che ci possono riguardare, quelli di competenza del mio dicastero e quindi quelli che riguardano l'impresa e il lavoro italiano - ha detto Urso -. Ci sarà ovviamente la necessità e il tempo per confrontarci su questo dossier che riguarda anche le imprese del Veneto perché tra le imprese energivore che otterrebbero beneficio da un provvedimento di questo tipo ci sono delle imprese che conosco bene e che conosce bene anche il governatore Zaia in Veneto».


LE REAZIONI
Le parole di Zaia sono state rilanciate dal M5s con un post su Facebook: «Per una volta siamo d'accordo con il governatore del Veneto, della Lega. Gli diamo un consiglio, bastano due telefonate per fermare la nuova corsa a trivellare i nostri mari da parte del suo Governo: una al leader del suo partito e vicepremier Matteo Salvini e l'altra alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni». E la presidente del gruppo di Alleanza Verdi- Sinistra alla Camera, Luana Zanella: «Zaia ha detto di essere contro le trivelle: ne prendiamo atto ma deve fermare il suo capo politico Salvini». Dal consiglio regionale del Veneto la sfida della pentastellata Erika Baldin: «Zaia vuole passare dalle chiacchiere ai fatti? Ha l'opportunità di farlo, gli basta venire in aula e approvare la mozione che ho presentato lunedì e che è già stata sottoscritta da altri consiglieri dell'opposizione: un atto istituzionale che vale più di mille parole».
A chiedere al governatore di spiegare la sua contrarietà alle trivellazioni in Adriatico è invece il deputato di Forza Italia, Flavio Tosi: «Se il suo no è motivato da ragioni tecniche inconfutabili, allora è un no accettabile, se invece è figlio della sindrome di Nimby, non nel mio cortile, allora quel no diventa discutibile, perché sarebbe la stessa logica di chi a Piombino dice no al rigassificatore. A nostro avviso, meglio che il governatore si confronti con la sua maggioranza». Tosi condivide l'impostazione del ministro Urso: «Ha ragione quando afferma che le decisioni vanno prese e che il Governo sulle trivellazioni andrà avanti, nel rispetto chiaramente del territorio e dell'ambiente».

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Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 08:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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