L'ultima mossa dei pescatori contro il granchio blu: recinti attorno agli allevamenti di vongole

Domenica 17 Settembre 2023 di Anna Nani
Lotta al granchio blu

PORTO TOLLE - Il Consorzio pescatori del Polesine ha studiato un piano per la ripartenza del settore tra tagli ai costi, commercializzazione del granchio blu ed investimenti per la realizzazione di 3 recinti in cui seminare nuove vongole provenienti dalla Francia. A raccontarlo è stato Paolo Mancin durante l’assemblea della cooperativa Delta Padano, la più antica di Porto Tolle essendo nata nel 1936, e quella con più affiliati: ben 340, che sarebbero disposti anche a suddividere le zone di pesca per investire personalmente, mentre non tutte le coop pare la pensino allo stesso modo.
Mancin ha fatto un excursus di quella battaglia contro il granchio blu iniziata a fine giugno e che è costata alle tasche consortili la bellezza di più di 500mila euro per lo smaltimento, dal 5 luglio al 31 agosto, di 4.550 quintali di crostaceo che in questi mesi si è letteralmente mangiato tutta la laguna del Canarin e divorato gran parte delle vongole coltivate in Sacca di Scardovari e a Pila.

L’INIZIATIVA

«Dalla prossima settimana comincerà la realizzazione del primo recinto a Pila e se arriverà il materiale cominceremo anche qui in Sacca – ha spiegato Mancin -. Partiremo con la costruzione di 3 recinti di 5 ettari l’uno: 2 nella nostra laguna e uno a Pila appunto. Il Consorzio pagherà la materia prima: pali, rete e anche il seme, mentre la pulizia sarà a carico delle coop in base al numero dei soci in maniera gratuita. È un investimento di circa 4milioni di euro, la maggior parte in seme, che dovrebbe garantire, se tutto va come deve, 5.000 quintali di prodotto che suddivisi per le 1.470 quote sarebbero circa 3 quintali a testa. Sono pochi, lo so. Non voglio illudervi che questa sia la soluzione per tutti, ma come vi avevo detto altre volte: seminare per tutti diventerebbe una spesa economicamente insostenibile».
Un’azione questa che punta a far ripartire la macchina che si è inceppata per via del crostaceo come ha evidenziato il presidente: «Quello che facciamo è per avviare un rilancio, nella speranza che il granchio molli la presa. È un tentativo perché non sappiamo come andranno le cose, ma non possiamo rimanere con le mani in mano».

VENDITA GRANCHIO BLU

Parallelamente il Consorzio si è attivato e dal 28 agosto è iniziata la commercializzazione e lo smaltimento diretto del granchio blu che, ad oggi, ha visto piazzare sul mercato 250 quintali di prodotto proveniente dalle lagune deltine. «A breve dovrebbe anche iniziare la lavorazione, siamo impegnati nell’adeguamento degli impianti per questo crostaceo - ha sottolineato Mancin -. In contemporanea sono in corso delle prove con tante multinazionali per poterlo vendere semi preparato ed esportarlo all’estero. Il consiglio di amministrazione del Consorzio nel mentre ha attivato un gruppo di lavoro per ridurre i costi. L’idea è quella di contenere il più possibile la spesa per la vigilanza, i servizi connessi come il facchinaggio e il personale. Se il Governo ci concedesse lo Stato di emergenza potremmo bloccare temporaneamente i contributi attuando una simile cassa integrazione. Di certo non possiamo pensare di chiudere definitivamente il Consorzio, perché rischiamo di perdere quello per cui abbiamo lavorato tanti anni. Dobbiamo ripartire, piano piano, ma dobbiamo farcela».
I conduttori di allevamenti ittici di Confagricoltura Rovigo hanno incontrato l’assessore regionale alla Pesca, Cristiano Corazzari, per fare il punto. La riunione si è svolta a Taglio di Po alla presenza del direttore regionale e provinciale Massimo Chiarelli; del presidente regionale della sezione Biogas, Nicola Mezzanato; di Camillo Brena, vicepresidente di Confagricoltura Rovigo e referente per il Basso Polesine; di Antonio Bertaglia, vicepresidente del settore Valli e allevamenti ittici di Confagricoltura Rovigo, che si estendono nella fascia da Rosolina a Porto Viro; di Virginio Mantovani, esponente degli allevatori di vongole; e di Christian Boscolo, segretario di zona di Taglio di Po. I dirigenti hanno chiesto di accelerare nel cercare soluzioni per ridurre la presenza del predatore, che difficilmente potrà essere eradicato.

PESCA A STRASCICO

Ha spiegato Bertaglia: «Grazie alla prevenzione, i quantitativi catturati stanno calando e la stagione fredda dovrebbe rallentare la presenza, in quanto l’acqua in laguna può anche gelare e perciò i granchi nuotatori usciranno probabilmente in mare. Bisogna trovare un modo perché poi non ritornino in massa. Un sistema potrebbe essere quello di utilizzare la pesca a strascico, ma servirebbe una deroga da parte dello Stato, ma dev’essere un’operazione rapida».
Mezzanato ha spiegato come Confagricoltura stia studiando soluzioni per lo smaltimento del carapace. I primi test negli impianti di biogas hanno dato risultati negativi: «Il carapace, seppur macinato, fatica ad essere digerito e, siccome rappresenta il 50% del peso del granchio, rischia di intasare gli impianti, depositandosi sul fondo».
L’assessore Corazzari ha chiarito di aver autorizzato nel Comune di Porto Tolle l’utilizzo di strumenti e attrezzature per la cattura del granchio blu, chiedendo allo stesso tempo la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per far fronte alla situazione».
 

Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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