Granchio blu, la consigliera regionale Guarda: «Potrebbe accumulare sostanze nocive per l'uomo: ecco il perché»

Lunedì 11 Settembre 2023 di Anna Nani
Granchio blu, la consigliera regionale Guarda: «Potrebbe accumulare sostanze nocive per l'uomo: ecco il perché»

PORTO TOLLE (ROVIGO) - «Viene da chiedersi sulla base di quali studi scientifici molti rappresentanti delle istituzioni venete promuovano il granchio blu a tavola». A domandarlo è la consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda che ha spostato l'attenzione sull'invasore delle lagune sulla sua commestibilità proponendo un'interrogazione sulla questione.

Granchio blu è commestibile?

«Da tempo la Regione Veneto non effettua il monitoraggio e la valutazione, richiesti dall'Unione Europea nel 2014, del rischio sulla presenza di contaminanti ambientali di origine antropica nei molluschi bivalvi», spiega la consigliera -. Si tratta di dati assai importanti, considerando che vongole e mitili sono ritenuti accumulatori di sostanze inquinanti. Considerato che il granchio blu è un noto predatore di vongole, molluschi bivalvi soggetti agli effetti dell'accumulo di sostanze inquinanti, vi è il fondato rischio che esso diventi a sua volta veicolo di sostanze nocive alla salute dell'uomo.

Soprattutto tenendo conto che il granchio preda anche in aree non classificate come aree di allevamento, quindi non soggette a controlli sulla base di specifici parametri».

Finanziamenti per le ricerche

Guarda evidenzia poi: «Vale la pena ricordare che il finanziamento del progetto di ricerca sui molluschi bivalvi non è stato attivato. Tramite accesso agli atti, infatti, ho scoperto che il progetto di ricerca era stato finanziato nel 2014, per essere poi assegnato all'Istituto Coris (all'epoca Corit) a seguito di necessarie modifiche al suo statuto per includere nelle proprie funzioni anche l'attività di ricerca. Invece, l'impegno previsto di 289.700 euro è stato cancellato nel 2020, in quanto il progetto non è stato attivato. Nelle motivazioni riportate nell'accesso agli atti, è indicato che Corit non avrebbe modificato il proprio statuto. In realtà, Europa Verde ha potuto verificare che in data 25 maggio 2016, l'assemblea dei soci di Corit ha approvato alcune modifiche allo Statuto, incluso il cambio di denominazione in Consorzio per la Ricerca Sanitaria Coris, ampliando in questo modo il proprio oggetto sociale ed estendendolo alla promozione e al sostegno della ricerca scientifica in campo sanitario e sociosanitario».

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In attesa di risposte però Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, Emilia-Romagna e Lombardia ha iniziato la commercializzazione in tutte le pescherie dei propri negozi nelle cinque regioni di competenza e quindi Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Lombardia appunto.

Granchio blu in vendita

«La vendita del granchio blu in tutte pescherie dei punti vendita vuole essere una testimonianza della nostra capacità di unire la commercializzazione di un prodotto di reale qualità alle necessità impellenti dei nostri fornitori, che si trovano loro malgrado coinvolti in quella che è stata definita una vera e propria piaga ambientale - commenta Giovanni Taliana, direttore generale per il Veneto -. Attualmente abbiamo messo in vendita i crostacei che arrivano dalla foce del Delta del Po, nello specifico dal porto peschereccio di Goro in provincia di Ferrara, dove da mesi l'insaziabile granchio blu sta creando enormi devastazioni nella fauna ittica locale. Con il nostro intervento intendiamo essere solidali e contribuire almeno in parte ai danni subiti dalla categoria dei pescatori italiani, nell'attesa dei benefici ecologici che deriveranno dai piani di contenimento messi a punto nei giorni scorsi dal Ministero dell'Agricoltura italiano, promuovendo allo stesso tempo ai nostri clienti una specialità ittica di elevata qualità».


Nel frattempo i pescatori del Delta rimangono ad aspettare.

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Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 11:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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