L'Oro e i tormenti della Divina Federica. «La mia droga era la fatica». La Pellegrini si racconta alla Milanesiana

Sabato 15 Luglio 2023 di Valentino Aggio
Federica Pellegrini ed Elena Stancanelli nella serata al Albarella

ALBARELLA - La protagonista indiscussa della splendida serata di giovedì al centro sportivo dell’arena spettacoli all’Isola di Albarella è stata Federica Pellegrini. L’ormai ex nuotatrice veneta ha preso parte alla 18ª tappa di questa edizione de La Milanesiana per promuovere “Oro”, l’autobiografia pubblicata da La Nave di Teseo, scritta insieme alla scrittrice Elena Stancanelli, con la quale l’olimpionica ha intrattenuto una piacevole intervista.

La Stancanelli ha aperto dicendo: «Mi sono innamorata di Federica Pellegrini: è una donna di grande intelligenza, oltre che dotata di una determinazione sovrumana».

Questa è un’opera nella quale l’atleta vuole dare una voce alla propria storia: «Avendo vinto la prima medaglia olimpica a soli 16 anni, sono sempre stata raccontata da terzi - confessa la Pellegrini - giornalisti e scrittori hanno da sempre filtrato la mia voce.

Questo libro è, per me, un enorme soddisfazione perché ho finalmente potuto raccontare la mia storia per come l’ho vissuta». La biografia non è il solito racconto della carriera di uno sportivo, nel quale si celebrano in particolar modo le vittorie. Al contrario, “Oro” è un viaggio dietro le quinte della vita di un atleta: un racconto introspettivo che tocca temi privati.

LA MISSIONE
Ogni vittoria nella carriera della nuotatrice è stata scandita da altrettanti momenti di sofferenza nella vita di tutti i giorni. Lo sport, in questo caso, non viene visto come una professione, bensì come una missione di vita, così come ha ammesso l’atleta stessa: «Mi è sempre piaciuto far fatica, ma la maggioranza degli atleti di alto livello sono masochisti: la fatica è la mia droga quotidiana. Io ero fatta per il nuoto, è stato lui a scegliermi per completare questa missione».

Come raccontato ad Albarella, la vita della Pellegrini è stata caratterizzata da una serie di scelte davvero difficili da compiere, soprattutto dal punto di vista sportivo. In particolar modo, la “Divina” ha parlato di come è tornata in Veneto per allenarsi, alla corte di Alberto Castagnetti al il centro federale di Verona. Dopo una stagione complicata nel 2006 a causa di guai fisici, nella quale non è nemmeno riuscita ad entrare nella finale europea dei 200 metri stile libero dopo un argento olimpico ed uno mondiale in quella distanza. Quella di passare da Milano a Verona è stata una scelta controcorrente, come moltissime altre nella carriera della Pellegrini, ma che ha pagato eccome. «Fu una scelta fatta a pelle, come molte altre. Decisi di lasciare tutto ciò che conoscevo prima, tagliando così dalla mia vita molte persone che mi erano attorno. In molti non videro quella decisione di buon occhio, ma io ne ero più che convinta. Infatti, nel Marzo 2007 feci il mio primo record del mondo».

Una relazione speciale quella tra Castagnetti e la Pellegrini: un rapporto allenatore-atleta senza eguali in questo sport, che ha portato a due ori mondiali a Roma nel 2009 ed alla prematura scomparsa del tecnico nell’autunno dello stesso anno. Da lì in poi un altro momento davvero buio, il primo dopo la crisi adolescenziale di qualche anno prima. In particolar modo, la Pellegrini ha combattuto per anni con delle crisi di panico, una corsa inesorabile contro quelle che lei stessa ha definito “una cosa invisibile”, risolte tramite un confronto quotidiano con la gara, l’aiuto di uno psicologo ed un sogno rivelatore.
A fine serata la protagonista si è fermata per firmare le copie del suo libro ai molti lettori presenti sull’isola di Albarella, per la gioia dei presenti.
 

Ultimo aggiornamento: 16:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci