Adria. Pronte le draghe per eliminare il maxi-isolotto nel bel mezzo del Po. Ma gli esperti raccomandano cautela

Giovedì 16 Novembre 2023 di Francesco Campi
L'isolotto che ormai da anni si estende per oltre 200 metri sotto il ponte della Sr 495 tra Adria e Taglio di Po

ADRIA (ROVIGO) - Con gli eventi estremi che si fanno sempre più frequenti, l’attenzione sullo stato di salute dei fiumi è massima. A cominciare dal Po. Tra secche epocali e ondate di piena, fra gli osservati speciali c’è l’”isola che non c’era” e che da ormai anni si estende per oltre 200 metri sotto il ponte della Sr 495 intitolato alla Brigata Cremona, proprio nel centro dell’alveo, verso la quale a più riprese si sono concentrate le attenzioni dei residenti nell’area, da Bottrighe a Corbola, passando per Mazzorno. Sembrava avere le ore contate già nel 2015, poi è rimasta lì. Allora, era stato previsto un intervento di rimozione dell’enorme cumulo di sabbia e detriti, con un volume all’epoca stimato in poco meno di 20mila metri cubi. Oggi sono probabilmente di più, ma a breve dovrebbero sparire. 

IL PROGETTO 

Questo almeno è quello che prevede il progetto per il quale, il 29 settembre scorso, Veneto Strade ha presentato alla Regione l’istanza di verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale, procedura che serve a decidere se un progetto determina conseguenze ambientali significative e deve essere quindi sottoposto alla Via. Ancora incerta la durata dell’iter e, quindi, la data di eventuale esecuzione dell’intervento. Seppur la presenza di questo isolottosia spesso stata indicata come foriera di problemi in caso di piene, nel gennaio 2019 l’ing. Massimo Valente, responsabile dell’area veneta dell’Aipo, spiegò che «allo stato attuale non rappresenta un problema significativo di sicurezza idraulica. Ma è una situazione che teniamo monitorata».

Negli atti trasmessi alla Regione si evidenzia che il progetto è stato sottoposto a valutazione preliminare, che ha portato a definire una «matrice di impatti lieve». Il piano che interessa i comuni di Adria e Taglio di Po, oltre alle competenze di Aipo, è già in fase esecutiva, come emerge dalla “Relazione sulla gestione al 31 dicembre 2022” di Veneto Strade, nella quale si riporta come l’intervento di “Rimozione isolotto adiacente alle pile del ponte sul fiume Po al km 66+100 lungo la Sr 495 di Codigoro”, rientrante nel Piano delle opere 2020-2022, sia stato già finanziato con 2,44 milioni di euro, somma rimpinguata nel corso del 2022 dalla Regione, così come altri piani in itinere, per sostenere l’aumento dei quadri economici conseguente all’aumento dei prezzi delle materie prime.

SABBIA “PREZIOSA”

In realtà, proprio a proposito di rincari delle materie prime, va anche considerato che la sabbia del Po non è proprio uno scarto, anzi è particolarmente pregiata perché è di natura silicea e ha grana particolarmente fine, tanto da essere usata in lavori di alta qualità come per le fughe del porfido. A proposito di sabbia, spesso ricorre il pensiero che per mettere in sicurezza il Po dalle piene basterebbe dragarne con frequenza il letto. La realtà, però, è più complessa. Come spiega l’ing. Giovanni Veronese, dirigente dell’Area tecnica del Consorzio di Bonifica Adige Po, «la regolarizzazione del fondo di tutti gli alvei è sempre utile, ma il fatto di scavare per abbassarli è relativo. Certo, ridimensionare alcuni isolotti può essere necessario, ma per un fiume con dinamiche come il Po bisogna muoversi con cautela. Quando si tocca l’alveo di un grande fiume si provocano sempre delle conseguenze che vanno soppesate per non rischiare di fare più danni di quanti si pensa di risolvere. Non è che dragando si riduce il rischio alluvionale. Ci sono modelli di studio precisi. In ogni caso, è molto più importante la corretta pulizia degli argini. Nel Po i sedimenti ci sono sempre, del resto se non ci fosse il trasporto solido non ci sarebbe nemmeno la pianura Padana; poi i sedimenti servono anche per il contrasto dell’erosione delle coste. Bisogna valutare punto per punto: ci sono dei tratti dove il letto si è innalzato, ma nel tratto verso Cremona e Piacenza, invece, si è abbassato e anche di metri. Il Po scava e muove: levare sabbia da un punto non vuol dire abbassare il letto, perché i sedimenti possono essere trasportati nuovamente in quel punto anche nel giro di poco tempo. Ma una cosa va detta: chi si occupa del Po negli ultimi anni ha gestito in modo egregio un fiume pericoloso, come la memoria ci ricorda».
 

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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