PORDENONE - Una sorta di "timbropoli" in ospedale? Quarantotto medici di Pordenone, San Vito e Spilimbergo stanno ricevendo decreti penali di condanna nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di finanza su una presunta truffa aggravata ai danni dell’Azienda sanitaria. Incrociando i dati telematici è emersa una sovrapposizione tra l’orario di servizio e l’attività intramuraria o intramoenia (cioè quella libero professionale esercitata all’interno della struttura ospedaliera, per la quale l’Ass si trattiene il 60%). Significa che mentre visitavano i pazienti in qualità di liberi professionisti, risultavano contemporaneamente in servizio presso l’ente pubblico.
L’indagine è partita in seguito a una segnalazione. Ai finanzieri non sono servite perquisizioni, interrogatori o altri interventi eclatanti. L’accusa si basa esclusivamente su prove documentali, messe a disposizione dalla stessa Azienda ospedaliera. Sono stati incrociati i dati relativi alle prenotazioni fatte attraverso il Centro unico di prenotazione (Cup) e quelli ricavati dalla timbratura dei cartellini. Gli inquirenti si sono così accorti che in alcuni casi c’erano delle incongruenze: il medico era impegnato contemporaneamente in attività intramuraria e pubblica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA L’indagine è partita in seguito a una segnalazione. Ai finanzieri non sono servite perquisizioni, interrogatori o altri interventi eclatanti. L’accusa si basa esclusivamente su prove documentali, messe a disposizione dalla stessa Azienda ospedaliera. Sono stati incrociati i dati relativi alle prenotazioni fatte attraverso il Centro unico di prenotazione (Cup) e quelli ricavati dalla timbratura dei cartellini. Gli inquirenti si sono così accorti che in alcuni casi c’erano delle incongruenze: il medico era impegnato contemporaneamente in attività intramuraria e pubblica.