PORDENONE - Continua la battaglia dell’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori di Pordenone contro i furbetti del pronto intervento h24. “Professionisti”, se così si possono chiamare, che continuano imperterriti a mietere vittime. La tecnica? Svolgere un lavoro di poco conto presentando poi parcelle esorbitanti e senza fattura ai danni di chi, per un emergenza, lancia un sos sul web.
LA PROPOSTA DI UNO SCONTO
«Alle 22 – ha continuato il 69enne – è arrivato l’elettricista, che mi aveva in precedenza chiamato col cellulare e anche mandato messaggi su whatsapp, avvisandomi che la sola chiamata mi sarebbe costata 50 euro. Cosa che ho accettato. Non ho invece accettato il conto finale, per la sostituzione di due interruttori magnetotermici, quello del contatore di casa e pure quello del climatizzatore, che ha cambiato nonostante il mio parere contrario. Dopo neppure un’ora di lavoro, l’uomo, mi ha chiesto quella cifra esorbitante e io mi sono rifiutato di pagare». Al rifiuto del 69enne pordenonese, l’elettricità ha proposto “lo sconto”, dicendo che sarebbe ripassato da lì a poco per ritirare la parcella, ma per il 69enne, 600 euro senza fattura sono risultati comunque troppi. Cosa, questa, confermata dalla ricerca dell’Adoc sui prezzi dei magnetotermici installati: uno da 21,90 euro e l’altro da 25,30. Sommati ai 50 euro di chiamata ed esagerando ai 100 euro per nemmeno un’ora di lavoro serale, si capisce chiaramente che i conti non tornano.
L’INDAGINE
Il costoso elettricista, chiamato dall’Adoc sul cellulare con il quale si promuove online, ha finto di cadere dalle nuvole: prima ha detto di essere un idraulico di Treviso e di non sapere di cosa si stesse parlando, poi ha detto di non sapere chi fosse l’elettricista intervenuto a casa del pordenonese. E dopo la minaccia di denuncia ha rivelato: «Siamo in 40 a lavorare per una ditta di Milano» senza però volerne indicare il nome. In ogni caso non si è più presentato a riscuotere. Questa volta il raggiro è stato denunciato e non è andato a buon fine, ma come riportato dall’Adoc, sarebbero centinaia le persone che sono state “spennate” affidandosi al web, pagando anche 1000 euro per sgorgare un lavandino. «Per non incorrere in questo tipo di trappole - spiega l’Adoc - si devono evitare i siti in cui non si trovano indicazioni societarie, né l’indirizzo fisico né il numero di iscrizione alla Camera di commercio, ma solo il numero di cellulare. Inoltre, si deve sempre chiedere il preventivo dei lavori da effettuare, diffidare di chi dice che il costo non si può sapere finché non sono ultimati e anticipare la necessità di ottenere la fattura. Infine: non avere paura di denunciare».