Fa irruzione al pronto soccorso con coltello e bastone. In corsia la sicurezza resta sguarnita

Erano state fatte numerose promesse dopo l'aggressione alla dottoressa della guardia medica di Udine, ma in un anno tutto è rimasto come prima

Martedì 5 Dicembre 2023 di Loris Del Frate
Fa irruzione al pronto soccorso con coltello e bastone. In corsia la sicurezza resta sguarnita

Sarebbe potuta finire male. Molto male. Già, perchè se la persona che l’altra notte, verso le 22 avesse voluto colpire le persone in attesa e i sanitari al pronto soccorso avrebbe potuto farlo con facilità. Fortunatamente si è limitato ad inveire dopo essere entrato al pronto soccorso dell’ospedale di Pordenone dall’area riservata alle ambulanze, brandendo in una mano un coltello e nell’altra un bastone. Ha spaventato i pazienti in attesa che si sono subito spostati e molto facilmente avrebbe potuto entrare all’interno.

Si è fermato prima e l’arrivo delle forze dell’ordine ha rimesso tutto a posto. Ma ancora una volta, come era già accaduto in passato, è stato dimostrato come è facile arrivare a colpire, volendo, il personale sanitario.


I PROCLAMI
Eppure dopo l’aggressione alla giovane dottoressa della guardia medica in provincia di Udine, presa a sberle, sembrava che qualche cosa si fosse mosso. L’assessore Riccardo Riccardi aveva fatto il giro delle prefetture della regione per imbastire un piano contro le aggressioni, sia all’interno dei pronto soccorso, sia negli ambulatori, soprattutto quelli più isolati. L’asso nella manica avrebbe dovuto essere una implementazione di tutte le misure di videosorveglianza. In pratica avrebbero dovuto essere piazzate dove ancora non c’erano, come nella grande maggioranza delle sedi delle guardie mediche, così come nei pronto soccorso. Questo, almeno, era stata una delle misure più forti concordate dopo i vari Comitati di sicurezza tenuti nelle Prefetture o nelle sedi delle Aziende sanitarie.


IL PULSANTE ROSSO
Ma c’era anche un’altra misura ritenuta fattibile nei tempi tecnici. Già, una sorta di “pulsante rosso” da piazzare nei pronto soccorso o negli ambulatori delle guardie mediche. In caso di allarme si doveva pigiare il pulsante e la volante della Polizia o la Gazzella dei Carabinieri o l’auto della Polizia Locale più vicina sarebbe corsa immediatamente. Sindacati medici, sindacati infermieristici e personale dei pronto soccorso “giurano” di non aver visto nessun “pulsante rosso” nelle strutture e il livello di sicurezza, salvo qualche telecamera in più, poche per la verità, è rimasto una chimera. Così come non se n’è più fatto nulla del potenziamento dei controlli da parte delle guardie giurate, necessario almeno come deterrente. Qualche cosa in più, invece, è arrivata sul fronte dei percorsi di formazione dedicati al personale, percorsi che si erano individuati più che altro per abbassare il livello di stress degli operatori a fronte del massacrante lavoro che viene svolto nelle emergenze e negli ambulatori della continuità assistenziale.

Nuova aggressione a una guardia medica, l'accompagnatore di un paziente minaccia il sanitario: «Ti faccio anche di peggio»


IL PANORAMA
Come dire, dunque, che da quel giorno in cui la dottoressa della guardia medica udinese fu aggredita, nonostante i proclami poco è stato fatto. L’esempio, del resto, è arrivato l’altra sera al pronto soccorso di Pordenone dove l’uomo che era entrato con tanto di coltello, avrebbe potuto arrivare ovunque e fare danni seri prima di essere fermato. Del resto a Pordenone manca anche la centrale operativa collegata con il pronto soccorso, operazione che verrà messa in pratica una volta pronta la nuova struttura dove saranno anche rinforzate le vie di accesso con il settore dell’emergenza. In pratica dovrebbe essere più complicato entrare. L’ultimo dato riguarda le tensioni che ci sono praticamente ogni giorno tra personale sanitario e persone, pazienti o familiari che attendono una prestazione. La tensione sale nel momento in cui chi aspetta non sa più nulla del suo turno. Dopo diverso tempo di attesa qualcuno può anche perdere la calma. E poco importa se tutti gli operatori sono dall’altra parte del muro a cercare di salvare le vite degli altri.

Ultimo aggiornamento: 07:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci