Dottoressa aggredita, i prefetti: «Le guardie mediche andranno messe sotto scorta»

Nei pronto soccorso nuovi impianti di telecamere e più agenti privati per proteggere gli operatori

Giovedì 12 Gennaio 2023 di Loris Del Frate
Dopo l'aggressione alla dottoressa l'annuncio dei prefetti: «Le guardie mediche andranno sotto scorta»

Mettere in sicurezza il più possibile le sedi delle guardie mediche che sono dislocate sul territorio in modo da evitare aggressioni come quella avvenuta al Gervasutta di Udine dove una dottoressa è stata presa per il collo. È chiaro che diventa impossibile blindare tutti i punti di erogazione dei servizi di continuità assistenziale anche perchè non basterebbero poliziotti e carabinieri e in ogni caso un presidio fisso di agenti è improponibile. 


LE DECISIONI
Aumentare la sicurezza in modo da arginare fatti di violenza come quelli accaduto l’altra sera, però, è la strada che i prefetti di Udine e Pordenone intendono perseguire. Per la verità i rappresentanti di governo dei due territorio regionali avevano già messo in cantiere la necessità di potenziare i controlli sia sul fronte delle sedi più defilate delle guardie mediche che operano in diversi siti, sia anche nei pronto soccorso dove sempre più spesso le situazioni trascendono anche se sino ad ora, fortunatamente, non è mai accaduto quello che si è verificato l’altra sera al Gervasutta. L’aggressione della dottoressa ha dato una spinta alla necessità di “mettere sotto tutela” durante le ore notturne gli ambulatori dislocati sul territorio della continuità assistenziale.


LA SCELTA 
«Domani - spiega il prefetto di Udine, Massimo Marchesiello - è già in programma un Comitato per l’ordine e la sicurezza al quale parteciperà anche il direttore generale dell’Azienda sanitaria di Udine, il dottor Denis Caporale.

Cercheremo di capire da lui quali sono le necessità su fronte della sicurezza per quanto riguarda le guardie mediche e le altre esigenze. Poi valuteremo come coprire i punti per cercare di evitare al massimo che possano ripetersi episodi come quello dell’altra sera». C’è, insomma, la necessità di muoversi subito, anche per evitare che possano verificarsi episodi di emulazione che in queste situazioni sono sempre in agguato.


PORDENONE 
Anche il prefetto di Pordenone ha deciso di agire subito anche se fortunatamente, almeno sino ad ora, episodi di gravi aggressioni nel Friuli Occidentale non sono mai avvenute. Resta il fatto che come è consuetudine del rappresentante di Governo Domenico Lione, è meglio sempre prevenire questi fenomeni, anche se è evidente che il rischio zero non esiste. «Nei prossimi giorni - ha spiegato il prefetto di Pordenone - faremo un tavolo con il questore e il direttore dell’Asfo, Giuseppe Tonutti. L’obiettivo sarà prima di tutto capire la situazione e vedere nel dettaglio come sono collocati gli ambulatori delle guardie mediche. Uno dei primi passi - va avanti Domenico Lione - sarà quello di inserire tra gli obiettivi sensibili che polizia e carabinieri controllano praticamente ogni notte anche le sedi dei medici di continuità assistenziale». Oltre a questo saranno pure potenziati i controlli con altre iniziative atte a mettere in sicurezza gli ambulatori e anche i pronto soccorso, magari con passaggi più frequenti delle Volanti e delle pattuglie dei Carabinieri, oltre a quelle della Polizia Municipale.


GUARDIE GIURATE
Non ci sono le guardie mediche che devono essere “messe sotto protezione”, ma anche medici e infermieri dei pronto soccorso visto che sono in aumento i casi di minacce, insulti e aggressioni anche al personale che opera nei dipartimenti di Emergenza. Uno degli ultimi episodi accaduto a Pordenone, infatti, è stato uno sputo lanciato verso un infermiere dal familiare di un paziente stanco di aspettare il suo turno. Ma è solo l’ultimo di una serie di casi che oramai, almeno per quanto riguarda gli insulti e le minacce, sono all’ordine del giorno. Proprio per proteggere il personale, sia negli ospedali di Pordenone che Udine è previsto il potenziamento delle guardie giurate. Il sindacato Nursind aveva chiesto un presidio fisso proprio per bloccare sul nascere ogni possibile episodio, ma non sarà facile attivare un punto sicurezza del genere. Molto più facile, invece, aumentare il numero della sorveglianza con almeno una o due persone dedicate, pur sempre in movimento. Oltre a questo nel nuovo ospedale di Pordenone, quando entrerà in funzione, sarà realizzato un importante ed efficace monitoraggio attraverso la videosorveglianza che però avrà anche la necessità di proteggere la privacy degli utenti.

Ultimo aggiornamento: 16:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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