PORCIA (PORDENONE) - Durante l'intervento del sindaco, nel corso del consiglio comunale in videoconferenza, una voce femminile lo apostrofa con l'epiteto testa di c... Un microfono rimasto aperto, una voce quasi impercettibile, sfuggita ai più, ma che a distanza di una settimana ha provocato la reazione del primo cittadino Marco Sartini, il quale ha diffuso lo spezzone del video accusando la sinistra di insulti e disprezzo nei suoi confronti e non escludendo di ricorrere alle vie legali. Il sindaco non fa nomi, ma chiama in causa l'intero gruppo consiliare del Partito democratico.
LA RABBIA
«Si tratta commenta il sindaco - di un gesto di disprezzo per la persona e per l'istituzione che rappresenta tutti i cittadini di Porcia. Io non posso dire chi sia stato, perché durante il mio intervento non ho visto, ma il gruppo politico di appartenenza della consigliera lo sa bene. La voce è chiara, come è anche chiaro ed evidente l'obiettivo che voleva colpire. E il tema è ancora più grave in quanto il Consiglio è un'assemblea pubblicizzata in rete». Continua il sindaco: «Oltre al fatto che non è stato espresso un giudizio di valore su un ragionamento, che può essere criticato all'interno di un libero pensiero in modo anche duro nei termini, ma basato su correttezza e rispetto delle persone e dei ruoli istituzionali che queste rappresentano. Si è invece trattato di un vero e proprio insulto, un impoverimento delle proprietà di linguaggio e sinonimo di una scarsa educazione ricevuta da bambini, quando è il momento di imparare come ci si comporta da grandi. Infine, la cosa ancora più grave è che questo linguaggio proviene da chi non perde mai l'occasione di fare la morale e insegnare agli altri come ci si comporta».
LE SCUSE
Sartini fa dunque sapere che «si riserva di adire le vie legali, a garanzia della Istituzione che rappresento e a tutela dei miei diritti». Ma da parte della capogruppo del Pd Tiziana Aramonte e di Chiara Da Giau arrivano subito le scuse: «Ci spiace per quanto è accaduto nello scorso Consiglio e per le espressioni disdicevoli. Se commenti d'impulso come quelli pronunciati, seppur volgari, in un contesto privato possono accadere, in un contesto pubblico istituzionale non sono ammissibili e vanno stigmatizzati. La consigliera Chiara Da Giau ne è consapevole e, per come sappiamo interpreti seriamente il proprio ruolo e porti rispetto alle istituzioni, riporterà le sue personali scuse al presidente del Consiglio Fabio Dell'Agnese e al sindaco».