Sanità malata: attese di un mese per una visita oncologica, le liste non calano

Nonostante la discesa in campo delle strutture private i passi in avanti sono lenti. Non si ferma la fuga in Veneto.

Giovedì 24 Novembre 2022 di Loris Del Frate
Pordenone e Udine, lunghe attese per visite oncologiche

PORDENONE - I conti non tornano neppure a ottobre. Già, perché i tempi delle liste d'attesa nelle strutture sanitarie delle Aziende di Pordenone e Udine Friuli centrale, sono ancora lunghi. Ma quello che è peggio è che se da un lato si sono paradossalmente accorciate le attese per le visite differite, quelle che possono essere espletate in due mesi (sessanta giorni) si è invece ulteriormente compromesso il sistema delle visite specialistiche e delle diagnostiche per immagini con prescrizione Breve.

In pratica, dice la legge regionale, che queste visite devono essere espletate in un massimo di 10 giorni. Cosa significa? Significa che il medico di medicina generale che ha indicato l'accertamento, lo ha fatto perché ritiene che ci sia una certa urgenza. Insomma, che sia necessario capire subito lo stato di salute. In realtà, salvo rari casi, nelle strutture pubbliche sono una esigua minoranza le specialistiche che vengono effettivamente evase in 10 giorni come prescrive la legge. Nella stragrande maggioranze dei casi, infatti, ne servono almeno una ventina. Ma ci sono realtà in cui si arriva al mese o addirittura a 40 giorni.


LE MOTIVAZIONI
Se poi è necessaria una visita oncologica che il medico di famiglia chiede di fare in tempi stretti, si arriva a 30 giorni che sono una eternità per chi deve restare sospeso prima di sapere quale sarà il futuro della propria vita. Ad essere sinceri, le attese di ottobre (le più importanti sono indicate nella tabella a fianco e tutte relative a visite brevi, ossia 10 giorni per essere espletate) sono leggermente migliorate rispetto a quelle di cinque mesi fa, ma sono un leggero passo indietro rispetto a settembre. Come dire che la cura messa in campo dalla Regione, con l'innesto delle strutture private e l'aumento delle prestazioni per cercare di sgravare i servizi pubblici, fa fatica a trovare la via giusta. Del resto sono ancora parecchie le strutture in cui sono in fila le prestazioni che erano state bloccate con il Covid e che si sono accumulate con quelle che vengono rilasciate ogni giorno. Questo ovviamente non giova a trovare il ritmo giusto.


CHI STA PEGGIO
In linea di massima tra Pordenone e Udine le situazioni sono più o meno simili, ma la provincia friulana ha un vantaggio in più. In effetti essendo il territorio più grande e maggiormente fornito di strutture private da accreditare, se chi deve farsi un esame ha la possibilità di muoversi (leggi andare a fare la visita o l'esame diagnostico più distante) ha maggiori possibilità. I dati riferiti in tabella, infatti, riguardano l'Ospedale universitario e il Policlinico di Udine, ma chi può prendere l'auto e spostarsi (o farsi portare), in alcuni casi anche di parecchi chilometri, può accorciare i tempi. Resta il fatto che la media è quella e per prescrizioni a 10 giorni è decisamente alta.


LA FUGA
Anche sulla fuga dei pazienti i dati restano ancora distanti dal poter essere considerati ottimali. Anzi, su alcune specialità sono proprio brutti. La provincia maggiormente interessata dalla fuga di utenti è quella della Destra Tagliamento anche per la vicinanza con il Veneto che continua a fare una agguerrita concorrenza. Se da un lato è migliorata una delle specialità che storicamente sono state fanalino di coda, l'Oculistica, che è riuscita a ribaltare il trend (i tempi sono mediamente più brevi a Pordenone che in Veneto), c'è, invece, la protesica (chirurgia dell'anca, ginocchio e spalla) che continua a fare acqua. Il trend della fuga sembra addirittura essere aumentato seppur di poco rispetto a cinque mesi fa. Come dire che c'è ancora da lavorare.

 

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