Il confine Friuli-Slovenia è blindato? I migranti passano lo stesso. Il Sap ammette: «Non possiamo fermarli»

Sabato 28 Ottobre 2023 di Antonella Lanfrit
Controlli al confine tra Friuli e Slovenia

«Le regole d’ingaggio prevedono che, se i rintracciati chiedono asilo politico, devono essere accolti.

Poiché la richiesta è generalizzata, è chiaro che, nonostante i controlli al confine, gli ingressi dalla Rotta balcanica non calano». 

È la sintesi che trae il segretario regionale del Sap, il sindacato autonomo di Polizia, Olivo Comelli rispetto agli ingressi di immigrati, che non sembrano avere avuto una drastica riduzione dopo la sospensione del Trattato di Schengen sulla frontiera slovena, con il conseguente avvio dei controlli per chi passa il confine e lo schieramento di 350 uomini della Polizia a presidiare i 14 valichi di primo livello e, con pattuglie dinamiche, i complessivi 168 chilometri di confine da Trieste a Tarvisio


I DETTAGLI

Nel prosieguo dei rintracci, quindi, non peserebbero in maniera sostanziale i transiti nei valichi di secondo livello, di fatto non presidiati se non con passaggi fatti dalle pattuglie in movimento, ma il fatto che le motivazioni addotte dai migranti rendono obbligata l’accoglienza. 
«In sostanza – prosegue Comelli – questa operazione serve non per frenare gli arrivi dalla Rotta balcanica, ma per identificare le persone all’ingresso, mentre in precedenza i rintracci si dovevano trasferire in Questura». I valichi di primo livello presidiati con controlli costanti sono 5 in provincia di Trieste, altrettanti in quella di Gorizia e quattro lungo il confine in provincia di Udine: Stupizza, Uccea, Tribil e Fusine. I valichi di seconda categoria lungo tutto il confine sono, invece, una quarantina e quindi impossibili da presidiare in forma permanente. La sospensione di Schengen, dunque, vista dal Fvg assume molto di più le caratteristiche di un’operazione legata a iniziative antiterrorismo, piuttosto che una strategia per limitare il continuo flusso di migranti lungo i Balcani. Quello che è certo, comunque, è che il controllo in questi giorni c’è ed è efficiente, come riconosce lo stesso esponente del sindacato.


NUMERI

Le 350 unità schierate, infatti, «sono sufficienti per il lavoro che sono chiamate a svolgere – commenta -. Il punto è che questi numeri dovrebbero costituire la dotazione ordinaria per poter efficacemente contrastare l’immigrazione clandestina lungo la Rotta Balcanica, per fermare coloro che non hanno titolo per entrare nel territorio italiano», aggiunge Comelli. 


IL PUNTO

Sabato scorso, dopo 16 anni di Schengen e quindi di transiti fluidi sul confine tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, sono riscattati i controlli antiterrorismo stabiliti dal Governo, rallentando un po’ i tempi di transito. La sospensione è stata inizialmente pensata per dieci giorni, ma già all’atto del suo avvio il ministro pordenonese Luca Ciriani ha considerato che durerà quanto necessario. Infatti, i dieci giorni rappresentano la durata minima in casi di emergenza, ma la sospensione del trattato di Schengen può durare anche fino a sei mesi. 
Dalla Regione la scelta di Roma è stata considerata «assolutamente pragmatica, nell’ottica della sicurezza interna», come ha sostenuto il presidente Massimiliano Fedriga, pur con l’auspicio che queste misure «durino il meno possibile». 

Ultimo aggiornamento: 13:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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