Slovenia, già 28 i fermati: «I controlli dureranno tutto l'inverno»

Mercoledì 25 Ottobre 2023 di Francesco Bechis
Slovenia, già 28 i fermati: «I controlli dureranno tutto l'inverno»

TRIESTE - Dureranno «tutto l'inverno» i controlli alla frontiera con la Slovenia. Ovvero la sospensione del trattato di Schengen e della libera circolazione obbligata dalla nuova allerta terrorismo che scuote l'Europa. Con un'informativa alla Camera il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi conferma che la tempesta non sarà passeggera: l'Italia, insieme a diversi altri Paesi Ue, blinderà i confini per evitare che dai Balcani si infiltrino jihadisti o lupi solitari pronti a seminare il terrore sulla scia delle gesta di Hamas in Medio Oriente.
Esiste un «concreto rischio di sinergie tra criminalità organizzata e terrorismo», avverte Piantedosi di fronte al comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo Schengen, «ma anche di infiltrazione terroristica dei flussi migratori illegali attraverso la rotta balcanica». Sono oltre trecento gli agenti italiani schierati per presidiare il confine orientale. Una stretta contestata dalle opposizioni: «Se è tutto deciso, il governo sia chiaro e ci dica subito che i controlli ai confini si faranno fino alle elezioni amministrative ed europee», protestano dal Pd Debora Serracchiani e Tatjana Rojc.

Dal Viminale rispondono snocciolando i numeri. Nelle prime quarantotto ore dalla sospensione di Schengen, le forze di polizia italiana alla frontiera hanno già respinto 28 persone considerate sospette. I numeri raccontano da soli il giro di vite. In due giorni sono state identificate 3142 persone, rintracciati 66 stranieri, controllati 1555 veicoli, fa sapere il ministero. I controlli al confine restano «indispensabili», rincara Piantedosi, tanto più mentre rimbalza tra le cancellerie europee l'allerta terrorismo. Bruxelles, Parigi. Ora anche Berlino: è di ieri la notizia di un islamista radicalizzato arrestato a Duisburg dopo un blitz delle squadre speciali Sek. L'uomo di ventinove anni, Tarik S., da tempo sotto osservazione degli 007 tedeschi, progettava di lanciarsi con un camion su una folla di manifestanti pro-Israele nella regione Nordreno-Vestfalia.


L'EFFETTO DOMINO
Un altro segnale che convince i Paesi membri Ue a mettere in stand-by la libera circolazione, almeno sul confine meno presidiato, quello ad Est, dove i controlli sono più labili rispetto agli arrivi dal Mediterraneo. Alla sospensione di Schengen destinata a durare fino all'inizio del prossimo anno, spiega a Roma Piantedosi, concorre «un effetto domino», ovvero «l'effetto della reintroduzione dei controlli da parte di alcuni Stati crea inevitabilmente un percorso di ingresso in danno dei Paesi che non assumono misure di chiusura». È dunque e non può che essere un gioco di squadra. Se due, tre Paesi membri chiudono le frontiere, chi le lascia aperte rischia di trasformarsi in un imbuto di immigrazione illegale puntato verso l'Europa. Con i rischi di sicurezza che ne conseguono. Di qui linea dura: per settimane, forse diversi mesi i valichi in Friuli Venezia-Giulia resteranno chiusi.

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