Migranti, per svuotare il Fvg si punta al modello Sicilia: verifica in hot spot e transito verso altre regioni

La promessa: «Il modello funziona e sarà fondamentale anche il centro per i rimpatri per chi arriva da Paesi sicuri»

Sabato 5 Agosto 2023 di Marco Agrusti
Migranti, per svuotare il Fvg si punta al modello Sicilia: verifica in hot spot e transito verso altre regioni

Il modello è quello siciliano: i migranti arrivano, ma non stazionano. Transitano verso altre regioni oppure iniziano l’iter per il rimpatrio. L’obiettivo? «Svuotare il Friuli Venezia Giulia dai richiedenti asilo grazie a un modello che ha sempre dimostrato di funzionare nelle altre realtà in cui è stato applicato».

Parola di Pierpaolo Roberti, l’assessore regionale alla Sicurezza che volutamente è rimasto dietro le quinte (la scelta relativa al sito dell’hot spot di Palmanova è prefettizia, non politica), ma che per il super-centro per i migranti ha sempre “tifato”. 


I TEMPI
A Palmanova non si sta perdendo tempo. D’altronde sul fronte dell’emergenza immigrazione il Friuli Venezia Giulia di tempo non ne ha. I centri di accoglienza (diffusi o concentrati) non riescono più a gestire i flussi provenienti dalla Rotta balcanica. All’ex caserma “Vinicio Lago” di Jalmicco, dove sorgerà l’hot spot, sono già iniziati i lavori per lo sfalcio dell’erba. L’impressione è che le operazioni siano spedite: a governarle è Roma, dal momento che l’area è del Demanio. In ogni caso non potranno passare più di due anni, dal momento che tra 24 mesi la ex Cavarzerani di Udine cambierà pelle ospitando la cittadella della sicurezza. 


LE RAGIONI
Nessuno, come accade spesso, vorrebbe un’opera impattante come un hot spot per migranti nel proprio comune. «Ma si tratta di una soluzione assolutamente necessaria, che ci farà porre fine all’emergenza migranti sul nostro territorio regionale - assicura Pierpaolo Roberti -. Il modello, dove applicato, ha sempre dimostrato di poter funzionare. Il nostro obiettivo è quello di svuotare finalmente il Friuli Venezia Giulia dai richiedenti asilo, dal momento che siamo diventati un territorio di primo arrivo». Quindi come la Sicilia, che di hot spot ne ha già. 


IL FUNZIONAMENTO
L’hot spot di Palmanova-Jalmicco non sarà ovviamente gestito dalla Regione, che non ha dirette competenze in materia di immigrazione e di gestione dei flussi. «Adesso - prosegue l’assessore Pierpaolo Roberti - un richiedente asilo che mette piede nella nostra regione entra immediatamente nel circuito dell’accoglienza, che è molto complesso, sia esso figlio del sistema diffuso o concentrato. Da ora in poi, invece, l’obiettivo sarà quello di una minima permanenza sul nostro territorio». Che in soldoni è il concetto alla base del sistema di hot spot, che non comprende solamente il centro di permanenza in attesa di smistamento verso le altre regioni, «ma anche l’hub per quei richiedenti asilo che provengono da Paesi considerati sicuri». 
In quel caso le strade diventano due in poco tempo: «Se si appura - prosegue sempre Pierpaolo Roberti - che il migrante ha diritto all’ottenimento dello status di rifugiato, allora viene incardinato in un percorso di inserimento. Se invece non possiede questi requisiti e proviene da un Paese sicuro, allora viene organizzato immediatamente il rimpatrio». 
L’hot spot vero e proprio, invece, funziona diversamente. Quello di Jalmicco di Palmanova potrà contare su 300 posti circa. «Appena un migrante sarà rintracciato al nostro confine - illustra Roberti - verrà immediatamente trasferito nella nuova struttura, dopo il fotosegnalamento e il riconoscimento di rito, oltre alle visite mediche del caso. Successivamente dall’hot spot i migranti lasceranno il territorio del Friuli Venezia Giulia per essere ricollocati in altre regioni d’Italia. Un modello simile a quello siciliano - conclude l’assessore regionale alla Sicurezza del Friuli Venezia Giulia - che permetterà alla nostra regione di uscire una volta per tutte dall’emergenza immigrazione.

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