Divieto di balneazione troppo spesso ignorato. Ancora una tragedia sfiorata al Lago della Burida

Due bambini e la loro madre rischiavano di annegare e non riuscivano a risalire a riva: fondamentale l'aiuto delle altre famiglie

Martedì 12 Settembre 2023 di Marco Agrusti
Divieto di balneazione troppo spesso ignorato. Ancora una tragedia sfiorata al Lago di Burida

PORDENONE - Ancora una volta il Lago della Burida. Ancora una volta un fatto che poteva avere conseguenze gravi, figlio però non solo delle condizioni stesse del luogo, quanto di un divieto che viene troppo spesso trascurato: quello relativo alla balneazione, che all’interno dello specchio d’acqua non è affatto permessa. 
È accaduto tutto domenica pomeriggio durante una festicciola di compleanno sulle sponde del più famoso lago di Pordenone. E a rischiare grosso sono stati due bambini e la loro madre, che sarebbero potuti annegare se non fosse stato per la prontezza di una vera e propria “cordata umana” che si è formata per trarli in salvo. 


COS’È SUCCESSO
Intanto si deve precisare un dettaglio non di poco conto. Il lago è al confine tra Porcia e Pordenone. L’argomento, quindi, interessa potenzialmente due amministrazioni. 
Le stesse, però, non hanno la competenza e la gestione diretta dello specchio d’acqua. Si tratta però di un’area perfetta per trascorrere qualche momento di svago, nonché di uno dei luoghi preferiti da tanti pordenonesi e non. Le feste di compleanno, ad esempio, non sono affatto rare sulle sponde del lago. Si tratta però di un bacino artificiale nato alla fine dell’Ottocento per scopi idroelettrici e non di uno specchio d’acqua naturale portato per questo alla balneazione. Due bambini che stavano partecipando alla festa di compleanno di domenica pomeriggio, però, non potevano sapere tutto questo. 
E per cause ancora da chiarire, sono finiti in acqua.

Probabilmente stavano giocando e si sono avvicinati troppo alle sponde del lago, scivolandovi dentro. A quel punto, la preoccupazione delle altre persone presenti ha raggiunto il massimo livello. I due bimbi, infatti, non riuscivano più a risalire a riva e rischiavano grosso. 


L’OPERAZIONE
La prima a gettarsi in acqua nel tentativo di trarre in salvo i due bimbi, che sono fratelli, è stata la madre. Puro istinto protettivo, il suo. Solamente che la donna non sapeva nuotare e si è trovata a sua volta in grossa difficoltà.
Il rischio, a quel punto, si era allargato non solo ai due bambini finiti in acqua per primi, ma anche alla loro mamma. Sono stati altri genitori, secondo le testimonianze raccolte da chi era presente in quel momento sulle sponde del Lago della Burida, a darsi da fare per creare una catena umana finalizzata a salvare le tre persone in acqua. 
Prima hanno provato con un bastone e successivamente formando un cordone unito dalle mani serrate l’una con l’altra. La brutta avventura della mamma e dei sue due figli è finita fortunatamente bene. 

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LE POLEMICHE
Non è la prima volta, per fatti in molti casi diversi tra loro, che il Lago della Burida finisce sotto la luce dei riflettori.
Tra incidenti stradali e pericolosità delle sponde, infatti, spesso si è discusso in merito alla necessità di mettere in sicurezza le vicinanze del lago, magari con degli appigli per favorire la risalita di chi finisce in acqua. Va però sottolineato il dato di base: la balneazione rimane vietata e chi si immerge lo fa sempre e comunque a suo rischio e pericolo. 

Ultimo aggiornamento: 08:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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