PORDENONE - È un ordigno bellico, forse compatibile con una granata, quello esploso nella vecchia stalla di via del Pozzo nel tardo pomeriggio di venerdì, a Vivaro, causando la morte di Gabriele Cesaratto, 10 anni, e il ferimento del nonno Silvio Cesaratto (73). Il Nucleo artificieri di Udine hanno già escluso che si tratti di un residuato bellico risalente alle due Guerre mondiali, ma non sono ancora in grado di fornire alla Procura indicazioni precise sul modello della bomba, sulla sua provenienza e, soprattutto, di datarne la fabbricazione.
GLI ACCERTAMENTI
La stalla di via del Pozzo - e tutto ciò che vi è contenuto - è stato sequestro. Non appena sarà in grado di poterlo sostenere, il nonno di Gabriele sarà sottoposto a interrogatorio. Soltanto lui potrà aggiungere i tasselli che mancano, spiegare che cosa è successo, come quell’ordigno sia finito nello stabile e se qualcuno lo stesse maneggiando quando è esploso. Cesaratto, ricoverato in terapia intensiva dopo l’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto venerdì sera, domenica è stato dichiarato fuori pericolo e trasferito in Medicina d’urgenza. Nell’esplosione ha riportato fratture e ferite causate dalle schegge dell’ordigno che scoppiando ha investito in pieno il nipote. I frammenti della bomba - tutti sotto sequestro - hanno investito anche il nonno, oltre a lasciare segni su muro, soffitto e vetri delle finestre.
LE CONSULENZE
L’autopsia aiuterà gli inquirenti ad acquisire informazioni sulla lesività dell’ordigno, ma anche sulla posizione di Gabriele all’interno della stalla. L’incarico sarà conferito al medico legale Lucio Bomben ed è fissato per la giornata di giovedì. Soltanto all’esito dell’esame autoptico e della relazione degli artificieri, il magistrato valuterà se affidarsi a un perito balistico per comprendere la dinamica del tragico incidente che ha sconvolto la comunità di Vivaro e, soprattutto, la provenienza dell’ordigno da guerra. Nel poligono di tiro ormai si spara a salve e dopo ogni esercitazione viene effettuata una bonifica. Fino agli ‘70, in piena “guerra fredda”, proiettili e bombe, comprese le granate, erano vere. I recuperanti a Vivaro sono numerosi. Anche Silvio Cesaratto andava nei magredi a raccogliere ogive di metallo da riciclare come ferri vecchi. La scorsa settimana, proprio la vigilia dell’esplosione in via del Pozzo, c’era un’esercitazione del Reggimento Trasmissioni di Milano, nel corso della quale un tenente colonnello è rimasto ferito in modo non grave in seguito all’errato lancio di una bomba a mano da parte dei un militare. In questo caso si trattava di una bomba a salve.
IL DOLORE
A Vivaro sembra che il tempo si sia fermato, il paese è come schiacciato da macigno di dolore impossibile da smuovere. Gabriele, un bambino vivace e pieno di interessi, era l’amico di tutti. Piccoli e grandi. Ieri il suo banco è rimasto vuoto: agli insegnanti il compito di prendere per mano i compagni di classe e aiutarli a comprendere la grande perdita. È quello che dovranno fare anche alla scuola di musica, dove il bambino aveva cominciato a studiare il clarinetto, e sul campo di calcio dove continueranno ad allenarsi gli amici con cui stava per debuttare nella squadra degli Esordienti della Vivarina.
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