PORDENONE - Sfrecciò con la sua Audi Q7 in via Baracca a Fontanafredda.
Se per la patente di guida dimenticata a casa non ci sono scusanti, per l'eccesso di velocità il giudice Francesco Petrucco Toffolo ha dato ragione all'automobilista tutelato dall'avvocato Francesco Santini. L'apparecchio utilizzato dagli agenti è risultato non omologato. Significa che con il passaggio in giudicato della sentenza pronunciata lo scorso 14 ottobre, il ricorrente potrà chiedere la restituzione dei punti decurtati e non potrà essergli contestata la cosiddetta recidiva sul presupposto della sanzione impugnata.
Nel verbale redatto dalla Polizia locale non era stata riportata l'indicazione del provvedimento di omologazione dell'apparecchio utilizzato per la rilevazione della velocità. Si tratta di un'operazione, quella relativa alla taratura dello strumento utilizzato per rilevare la velocità, che va fatto periodicamente. Il mancato certificato di omologazione, secondo quanto è stato stabilito dal giudice, comporta il conseguente annullamento della contravvenzione.
«A seguito delle verifiche - spiega l'avvocato Santini -, è emerso che il dispositivo era effettivamente privo di omologazione, essendo stato solamente approvato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La questione della distinzione tra omologazione e approvazione delle apparecchiature per il rilevamento automatico della velocità è oggetto di contrasto in giurisprudenza: il Tribunale di Pordenone, riformando la precedente sentenza di primo grado pronunciata dal giudice di pace, ha sposato la tesi del ricorrente, dando atto che i provvedimenti di omologazione e approvazione non hanno medesima valenza e solo gli apparecchi omologati possono essere utilizzati per accertare la violazione dei limiti di velocità».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout