MANIAGO - Il Consiglio comunale di Maniago ha adottato alcune misure eccezionali per limitare l'impatto della crisi energetica e per gestire l'aumento enorme per la gestione dei tantissimi immobili di proprietà: scuole, impianti sportivi, biblioteche, musei, teatri, impianti di illuminazione. Nello specifico, il patrimonio del Comune di Maniago conta tantissime strutture e, quindi, la differenza tra le bollette pagate l'anno scorso e quanto presumibilmente si pagherà quest'anno è enorme: se nel 2021 la spesa energetica totale (riscaldamento e elettricità) si era attestata a un milione di euro, a fine 2022 essa raggiungerà, con ogni probabilità, la cifra di 2,4 milioni.
CONTO SALATO
LE PROTESTE
Dopo le prime settimane di adozione del provvedimento, fioccano, tuttavia, anche le lamentele della cittadinanza: «In alcuni quartieri è buio pesto e viene messa addirittura a rischio la sicurezza stessa nel transito - accusano i residenti - senza contare la sensazione di scarsa tranquillità che molti anziani hanno palesato nello stare a casa da soli con strade tutte buie appena fuori dall'uscio. Con l'inverno alle porte, la luce serve anche per capire lo stato della carreggiata in caso di condizioni meteo avverse. Posso comprendere che questo provvedimento abbia dato luogo ad alcune lamentele - riconosce Carli -, ma tengo a sottolineare il fatto che, quando si devono far tornare i conti, alla fine bisogna fare anche delle scelte; speriamo che quella sull'illuminazione non sia troppo penalizzante, di sicuro bisognerà aspettare un po' di tempo per vedere che impatto potrà avere. Sicuramente concorderemo anche altre misure di austerity. Con la speranza che, quando ci saremo lasciati alle spalle questa crisi energetica, sia stata imparata la lezione: l'energia non è infinita, anzi è molto costosa: andrà risparmiata anche quando costerà meno».
ADDIO LUMINARIE
Tra le scelte, dolorose, appena effettuate, anche l'eliminazione delle luminarie natalizie; sarà illuminata, simbolicamente, soltanto la fontana di piazza Italia. Medesimo provvedimento di spegnimento degli impianti è stato assunto, nei giorni scorsi, anche a Cavasso Nuovo, con la differenza sostanziale che - per garantire risparmi effettivi rispetto alla tipologia di impianto - le luci si spengono alle 22.30 (a mezzanotte nel weekend) e non si riaccendono la mattina: circostanza che ha destato le proteste soprattutto delle famiglie che hanno figli che studiano alle superiori, i quali escono di casa molto presto per raggiungere Pordenone o Udine, spostandosi a piedi per il paese per raggiungere le fermate dei bus.
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