Cani adottati e poi restituiti al canile: la nuova frontiera dell'abbondono fa collassare il sistema

Mercoledì 24 Agosto 2022 di Denis De Mauro
Cresce il numero di cani restituiti al canile

SACILE - Terminati i lockdown legati alla pandemia, alcuni rifugi per animali, anche del pordenonese, avevano fatto registrare la nascita di uno sgradevole fenomeno. La restituzione di cani presi in affido nei canili solo pochi mesi prima. Tali e tanti furono i casi da far nascere il sospetto che non servissero più, ovvero che l'affido fosse stato solo un escamotage per avere un quattro zampe da portare a spasso, in barba ai limiti imposti dai lockdown. Quell'emergenza è ormai alle spalle da tempo, ma non la piaga delle rinunce di proprietà, così si chiamano tecnicamente questi abbandoni, stando alla responsabile del centro Tra le zampe di Sammy, l'area verde tra le campagne di Fontanafredda e Sacile che offre un riparo, un pasto, cure e tutto l'amore del mondo ad una sessantina di cani, oltre a svariate altre tipologie di animali. Spiega Debora: «Purtroppo riceviamo richieste di rinunce di proprietà con una cadenza quasi quotidiana e non riusciamo a dare a tutte una risposta positiva».

I CASI
L'associazione conta su un'organizzata area verde di circa 8 mila metri quadri, il problema non è evidentemente di spazio, ma organizzativo. «Ogni animale ha un costo di mantenimento che non possiamo sottovalutare e necessita di cure di cui si fanno carico i volontari» (molte sono donne).

Ma perché tanti si liberano del cane? «Non c'è una spiegazione unica. Il fenomeno è legato a motivi economici, abbiamo avuto persone che, perso il lavoro, non si sono più potute far carico dell'animale domestico. Altre volte si tratta di situazione logistiche, come un cambio di casa. Il cane che aveva il suo pezzo di giardino non può stare in un appartamento, soprattutto se si tratta di un animale di grandi dimensioni». Talvolta basta la scoperta che il cane è malato cronico, a far scattare l'abbandono.

L'EREDITÀ
Un caso a parte sono i cani ereditati. «Spesso l'anziano che muore lascia uno o più animali domestici che lo hanno accompagnato nei suoi ultimi anni facendogli compagnia. I figli non vivono le stesse dinamiche e non intendono farsene carico, dunque portano la povera bestiola qui da noi». Ci sono stati casi particolari? «Di recente è scomparsa un'anziana malata da tempo. Aveva in casa, quasi relegati nell'abitazione, due gatti e tre cani che sono rimasti senza un padrone. Uno dei mici è stato affidato ad una famiglia pordenonese, un altro ha trovato una nuova padrona a Parma». Agli amanti degli animali va dato atto di essersi saputi organizzare in maniera molto capillare, negli ultimi anni, grazie ad Internet. Piccoli gruppi collaborano tra loro talvolta dando vita anche a staffette. Un animale che si trova in Friuli può essere adottato da una famiglia siciliana che lo riceverà attraverso una serie di volontari, ognuno dei quali coprirà una parte della lunga distanza tra le due regioni. Di nuovo Debora: «Madre e figlia, le due cagne rimaste senza padrona, ora sono accudite qui a Tra le zampe di Sammy, in attesa di trovare un'unica persona che si prenda cura di entrambe: dividerle sarebbe infatti un vero peccato».

LA PIAGA
La sensazione è che microchip e anagrafe canina abbiano costretto molti a essere un po' più umani, facendo quasi scomparire, almeno dalle nostre parti, il triste e crudele fenomeno dell'abbandono estivo. Ma gli animali continuano ad essere ripudiati dai loro umani che evidentemente faticano ancora a rispettarli come esseri viventi, preferendo considerarli poco più che oggetti.

 

Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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