Calcio, in Friuli Venezia Giulia l'estate della grande crisi tra ritiri, rinunce e auto-retrocessioni

Mercoledì 19 Luglio 2023 di Roberto Vicenzotto
Calcio, in Friuli Venezia Giulia l'estate della grande crisi tra ritiri, rinunce e auto-retrocessioni

PORDENONE - Lo stato di crisi del calcio in Friuli Venezia Giulia è certificato da molti casi conclamati. E se ne sommano almeno altrettanti latenti, pronti a esplodere.
In sostanza si attendono altri duri colpi inferti dalla combinazione micidiale dell'entrata in vigore della nuova legge sullo sport, della carenza di volontariato dirigenziale, del calo degli sponsor e della riforma dei campionati dilettantistici regionali (per altro a suo tempo approvata dalla maggioranza dei presidenti), che farà le prime "vittime" con la stagione che va a cominciare.
Se questa è già un'estate bollente, pure disquisendo di pelota, non si può immaginare più fresca nemmeno la prossima.

Sarebbe opportuno e necessario che i "padroni del vapore", chi nella veste di attori protagonisti con le rispettive società e chi perché chiamato a offrire servizi federali e non a generare ulteriori ostacoli, ne tenessero velocemente conto. Bisogna intervenire finché c'è tempo, che non è infinito.


Pordenone

È il caso più eclatante e complesso in tutta la regione. La procedura di fallimento richiesta dalla Procura della Repubblica su input dell'erario è un unicum di cui non si può andare fieri, per nulla da sottovalutare. In parallelo a fronte giudiziario c'è poi l'aspetto sportivo, che ha avuto come passo fondamentale sinora quello di rinunciare al professionismo.
Se saranno concessi spazi di manovra, non è ancora chiaro se e dove il Pordenone potrà disputare il campionato 2023-24. Il ventaglio si apre con la serie D, passa per l'Eccellenza e si chiude con la Seconda categoria. Giocare con le probabilità adesso è un azzardo da spiaggia. Da ultima spiaggia.
Al di là di tutto il fumo sparso sulla vicenda, un paio di conti si possono presto fare, partendo da una premessa: servono subito soldi disponibili, non "pagherò" o variegate garanzie del domani.
Quanti soldi? Per la serie D in sovrannumero è necessario un contributo a fondo perduto non ufficializzato, ma che dovrebbe aggirarsi sui 300 mila euro, al quale sommare i costi d'iscrizione e dei tesseramenti (sui 20mila), più la fidejussione di 31mila euro. Inoltre bisogna costruire uno staff e una rosa praticamente da zero, che - per una salvezza richiede restando bassi almeno 350mila euro investiti, a cui accodare costi di funzionamento, logistica e vari, stimabili in non meno di 50mila. Quindi il totale sarebbe di 750mila euro almeno.
L'ipotesi Eccellenza è ovviamente più "leggera", sempre fatte salve le decisioni da parte della Federcalcio e della Lega nazionale dilettanti. Il contributo a fondo perduto dovrebbe stabilizzarsi sui 50mila euro. Staff e rosa per ben figurare possono costare 150mila, ai quali sommarne altri 50mila per gli altri costi. L'addizione porta a 200mila euro. Che si vada sui 750 o sui 200mila come ordine di grandezza, la domanda è: i soldi pronti ci sono?

Pordenone calcio, il futuro si decide in sei giorni: questa settimana la richiesta per accedere a una delle categorie dei dilettanti

Torviscosa

Con la rinuncia da parte del club presieduto dal dimissionario Sandro Midolini, la serie D perde una rappresentante del Friuli Venezia Giulia, l'ultima arrivata, che si è fatta un solo giro nella giostra interregionale. Di sicuro in Quarta serie ci saranno Cjarlins Muzane e Chions. Sullo sfondo dei biancoblù c'è una crisi economica e dirigenziale che ha indotto lo stop prima di creare buchi o altri problemi. Se ci sarà ripartenza, avverrà dal più basso livello attuale: la Seconda categoria.

Primorec

La rinuncia al campionato di Promozione è arrivata dalla società carsolina, che aveva terminato lo stesso torneo al quarto posto. Venuto meno il sostegno da parte di alcuni sponsor e saldato quanto in sospeso per la stagione scorsa, la dirigenza ha inteso fermarsi prima di generare complicanze. Tutto ciò dopo 3 anni dall'avvenuta fusione con il Primorje.

Aurora Remanzacco

Dopo un secolo di calcio, senza un domani di prima squadra. In seguito alle vicissitudini accadute in coda alla vittoria dei playoff, con le decisioni assunte dall'allenatore e da alcuni giocatori (dando forfait, nonostante gli accordi rispettati dalla dirigenza), il direttivo ha deciso di non iscriversi in Promozione. Si ripartirà dall'ultima categoria, utilizzando le risorse giovanili e del volontariato.

Mladost

È un'altra realtà della minoranza slovena che non riesce più a fare squadra. Molti tesserati hanno preso la strada di Ronchi e la formazione di Prima categoria, un paio di anni fa in Promozione, potrebbe non iscriversi ad alcun campionato.

San Quirino

Il passo di lato del presidente Giuseppe Del Mei e quello del ds Gianluigi Gasparotto, sulle sabbie mobili di un rapporto non idilliaco con il Comune, hanno fermato l'esperienza gialloblù dopo i playoff di Prima. La società dovrebbe trovare un prosieguo con una nuova dirigenza, votata alla cura del solo vivaio, sfruttando un'impiantistica in via di allargamento.

United Porcia

Solo settore giovanile anche per la realtà di via Mamaluch, presieduta da Antonio Piscopo. La partecipazione alla Seconda categoria si fermerà con il campionato 202223, terminato in coda alla classifica con soli 3 punti conquistati. Chiusa di conseguenza anche la rivalità comunale con la Purliliese, che ha "casa" allo stadio delle Risorgive.

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