Manca la mano d'opera, le imprese edili chiamano le donne muratore

Domenica 18 Aprile 2021
Manca la mano d'opera, le imprese edili chiamano le donne muratore (Foto di SatyaPrem da Pixabay)

PORDENONE - Da quando l'edilizia è ripartita (fermo restando la parentesi di questo momento per il nodo materie prime) le imprese faticano a trovare manodopera specializzata. Nell'ultimo periodo, inoltre, con le limitazioni agli spostamenti (anche da altri paesi) date dalle normative anti-Covid hanno reso la ricerca di personale ancora più difficoltosa anche rispetto a lavoratori stranieri. Ma il comparto dell'edilizia si mostra innovativo anche su questo fronte e apre i cancelli dei cantieri alle donne. Una sfida per un mondo che è da sempre dominio incontrastato dei lavoratori maschi. Ma in un futuro anche piuttosto prossimo potremo vedere nelle impalcature dei cantieri anche le muratore. Oltre alle geometre che già ci sono in più di qualche realtà. E chi l'ha detto che una donna non possa indossare caschetto, giubbotto catarifrangente, scarponcini da lavoro con punta d'acciaio e guidare una gru? Oppure armarsi di cazzuola e cimentarsi nel mestiere della piastrellista o della cartongessista? Quello di guardare alla professionalità femminile come possibile innovazione nell'ambito delle risorse umane non è solo un tentativo per rispondere alla difficoltà di reperimento di manodopera specializzata. L'obiettivo è anche quello di arricchire un comparto di nuove professionalità e capacità che in questo momento vengono richieste. In particolare nell'ambito dei lavori di ristrutturazione energetica e di rigenerazione urbana stimolati anche dal recente super-bonus del 110 per cento.

 



LA FORMAZIONE

La categoria delle imprese edili di Confartigianato - che con la Cassa edile di Pordenone sta cercando di mettere in piedi iniziative formative volte proprio ad attrarre personale femminili nella professione del mattone, una di quelle per cui sono previsti pure incentivi all'assunzione di donne per ridurre il gender-gap - crede molto nella possibilità di aprire le porte della professione alle donne. E sta cercando anche di lanciare una campagna di promozione rivolta magari a giovani donne e a persone con più di 40 o 50 anni che potrebbero avere perso il lavoro e faticano a ricollocarsi in un momento che non è certo facile. «Nel nostro comparto - è convinto il presidente della categorie dei costruttori Confartigianato Fvg, Alessandro Zardo - ci sono molte opportunità e molti ambiti in cui le donne possono tranquillamente lavorare. Non sta scritto da nessuna parte che una ragazza non può fare la muratora, o la piastrellista. Negli ultimi anni il lavoro nel cantiere è cambiato tantissimo, ha subito una autentica rivoluzione. Abbiamo bisogno di specialisti, di tecnici. Si badi bene, sia uomini che donne. Ma le donne, da sempre, sono più restie. Forse è un tabù che deve cadere. Chi l'avrebbe detto 25 anni fa che ci sarebbe stato il calcio femminile. A maggior ragione - si chiede con una battuta l'imprenditore edile - perché non può esserci il cantiere femminile?».
d.l.

Ultimo aggiornamento: 14:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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