Riaperta la caccia, spari vicino alle case. Impallinato anche un segnale stradale

Proteste e segnalazioni nella zona di S. Giovanni del Tempio. "Spari continui"

Sabato 30 Settembre 2023 di Denis De Mauro
Riaperta la caccia, spari vicino alle case. Impallinato anche un segnale stradale

SACILE - Pronti, via. Nemmeno il tempo di iniziare ed ecco che anche quest'anno la stagione della caccia crea polemiche e fa discutere. In Friuli Venezia Giulia le doppiette sono tornate all'opera con la cosiddetta preapertura valida per una quindicina di specie, nel primo weekend di settembre. Non sono passate che alcune settimane dunque, ed ecco le prime segnalazioni social per colpi sparati troppo vicino alle case o che hanno centrato prede che non dovrebbero affatto essere ambite dai cacciatori. È il caso di un segnale stradale, un triangolo di pericolo con l'avvertenza di possibile acqua sulla carreggiata, "freddato" a pallini, forse per errore, certo piuttosto vicino a delle abitazioni.

Difficile poi scambiarlo per un volatile o una qualsiasi altra preda.


IL FATTO
È successo lungo il rio Paisa. Negli ultimi giorni qualche cittadino, chi spaventato, chi arrabbiato per il ripetersi ogni anno del problema, ha segnalato la presenza considerata disturbante quando non pericolosa, di cacciatori nelle campagne di San Giovanni del Tempio, per giunta di prima mattina. «Intorno alle 7» M si è lamentato Manuel secondo il quale i colpi avvertiti erano ben più vicini del limite previsto dalla legge. «Come avessimo bisogno di procacciarci il cibo», ironizza. Tre i colpi avvertiti anche da altri, a distanza ravvicinata e secondo alcuni troppo nei pressi delle case della zona di via Bandida. Le proteste hanno sollevato un bel numero di commenti, ma non tutti in linea col parere del giovane. Per alcuni, evidentemente amanti della caccia, i colpi sembrano sempre più vicini di quanto non siano in realtà. Forse impaurito da certe prese di posizione, forse timido, interpellato dal Gazzettino Manuel ha preferito farsi uccel di bosco egli stesso.


PROTESTA
Più duro Emilio Ditali, rappresentante sacilese del Wwf: «Siamo nel 2023, ormai la caccia è una cosa assurda. Perdiamo da 10 a 15 specie ogni giorno per estinzione. La fauna selvatica e l'avifauna nel nostro paese sono in forte declino. Alla luce di questi dati, la pratica della caccia oggi non ha più senso». Insomma, i pochi animali selvatici che ancora resistono andrebbero lasciati in pace. «Confermo comunque le molte segnalazioni di persone impaurite dagli spari dei cacciatori. Mancano anche controlli più continuativi e seri. Nel frattempo speriamo non capiti anche da noi una qualche disgrazia: in Italia ogni anno sono mediamente 25 le vittime della caccia».
Il vero problema dunque è la coabitazione tra chi abita magari solo un po' in periferia, neanche in aperta campagna, e i cacciatori che dovrebbero rispettare alcune regole. Come ricorda la Polizia di Stato, è vietato sparare a meno di 100 metri da abitazioni, fabbriche o edifici adibiti a posto di lavoro. Questa distanza sale a 150 metri se si punta il fucile verso le abitazioni. Di legge è necessario per il cacciatore anche rimanere a una distanza minima di 50 metri dalle strade, comprese quelle comunali non asfaltate e dai binari.

Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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