Un tentativo c'era stato già nella precedente legislatura, solo che poi non se ne era fatto niente. Adesso la maggioranza di centrodestra che governa il Veneto ci riprova: consentire una serie di deroghe per i cacciatori che così potranno percorrere i sentieri di montagna tranquillamente in fuoristrada.
E così, come già nel 2018, insorge il consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni: «Questo provvedimento avrà un impatto negativo pesantissimo per le nostre montagne, si parla di ben 28.500 fuoristrada che potranno invadere i sentieri.
Zanoni e la collega del Pd Anna Maria Bigon hanno espresso infatti parere contrario in Seconda commissione, dove ieri si è esaminato il progetto di legge "Disciplina della viabilità silvo-pastorale". Dicono Zanoni e Bigon: «Presentato da nove consiglieri della Lega, primo firmatario Gianpietro Possamai che è presidente regionale di Federcaccia Veneto, questo testo inserisce tre nuove categorie che possono andare in deroga: soggetti privati gestori della fauna selvatica, conduttori di cani da recupero, soggetti per il contenimento di specie invasive. In Commissione è stata respinta una nostra proposta di specificare nel dettaglio le attività di queste tre categorie di esentati. Nella scheda accompagnatoria della giunta regionale emerge che sono 28.500 i soggetti esercenti l'attività venatoria, di cui 8mila quelli che svolgono la caccia a cervi, caprioli, mufloni, camosci e cinghiali e 500 quelli che utilizzano i cani. Finora tutti questi soggetti hanno svolto il loro ruolo senza dover violare il divieto di circolazione, a dimostrazione che questa è una legge marchetta».