Assalto nella villa dell'imprenditore, nuovo interrogatorio: «Non ho ideato io il colpo»

Venerdì 8 Ottobre 2021
La notte dell'assalto in villa

PORDENONE - Non sono affatto chiuse le indagini sulla rapina dello scorso 8 febbraio nella villa dell'imprenditore Carlo Brescancin a Torre e che hanno portato l'emissione di tre misure cautelari. Ieri mattina il sostituto procuratore Maria Grazia Zaina, affiancata dal dirigente della Squadra Mobile, Andrea Rosato, e dai suoi investigatori, hanno a lungo interrogato Nereo Pilotto, il 50enne di Cordenons che dopo l'esperienza del carcere ha ottenuto gli arresti domiciliari, misura a cui sono sottoposti anche i coindagati Daniele Dell'Anese (37), anche lui di Cordenons, e da ieri anche Gianfranco Sedda (78), di Adria, che lascia il carcere dopo il ricorso dell'avvocato Alessandro Magaraci accolto dal Tribunale del Riesame di Trieste.

LA RAPINA

I rapinatori legarono e imbavagliarono con il nastro adesivo la moglie dell'imprenditore di Torre, Alida Mareschi, 79 anni, quella notte accolta in pronto soccorso e successivamente dimessa con una prognosi di due settimane.

L'imprenditrice ha rischiato di morire soffocata, provvidenziale è stato l'arrivo della figlia, che con la sua presenza ha messo in fuga i rapinatori. Chi ideò il colpo? Chi aggredì la donna e, soprattutto, chi sono i due stranieri entrati in azione? Pilotto, indicato da Dell'Anese come l'organizzatore, ieri ha respinto nuovamente le accuse fornendo la stessa versione dei fatti esposta durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Rodolfo Piccin.

GLI INDAGATI

Pilotto ha ribadito di non essere l'ideatore del colpo, di non aver mai avuto crediti nei confronti di Brescancin, di non essere mai entrato nella villa e di non aver mai visto la cassaforte. Ha ripercorso passo dopo passo la vicenda, rispondendo alle domande degli inquirenti, confermando che quella sera era in auto assieme a Sedda e di non conoscere i due rapinatori stranieri, forse dell'Est, entrati in azione in via Piave. In diversi punti la sua versione coincide con quella di Sedda, ingaggiato come consulente per i suoi trascorsi. Anche Dell'Anese in sede di interrogatorio di garanzia aveva risposto alle domande del giudice confermando quanto dichiarato in percedenza agli investigatori: «È stata un'idea di Nereo, l'obiettivo era la cassaforte, ma io quella sera nella villa non ci sono mai entrato». I coindagati lo smentiscono attribuendogli, oltre all'ideazione del colpo, anche una partecipazione attiva alla rapina. A suo tempo Sedda ha preso anche le distanze dalle modalità dell'agguato, specificando che non avrebbe «mai permesso che facessero del male alla signora». Ha negato di aver procurato i due balcanici esecutori materiali della rapina (rimasti ignoti) e, in merito alla sera del colpo, ha riferito che era in auto con Pilotto, davanti a casa Brescancin, e di essersi reso conto che gli altri avevano fatto il colpo soltanto quando li ha visti scappare via correndo. Ieri a Pilotto è stato chiesto conto anche dei due rapinatori stranieri, ma l'uomo non è stato in grado di fornire indicazioni che possano aiutare gli investigatori a identificarli.
 

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