Padova. Il re delle truffe torna in carcere: Mattia Griggio prometteva finanziamenti a tasso agevolato e poi spariva con i soldi

Una settantina i procedimenti a suo carico, ha truffato centinaia di persone

Sabato 24 Febbraio 2024 di Luca Ingegneri
Mattia Griggio

PADOVA - Si sono nuovamente aperte le porte del carcere per Mattia Griggio, il 45 enne padovano noto come truffatore seriale, più volte preso di mira dagli inviati della trasmissione “Le Iene”. La Corte d’Appello di Venezia ha notificato al suo legale, l’avvocato Marco Vendramini, un ordine di carcerazione per cumulo pene. Griggio dovrà scontare complessivamente sette anni e sei mesi di reclusione.

Quando gli è stata comunicata la notizia il 45enne si trovava a Vicenza. Si è quindi costituito al carcere San Pio X. Soltanto in un secondo momento è stato disposto il suo trasferimento alla casa di reclusione di strada Due Palazzi dove è tuttora detenuto.

LE CONDANNE

Sono quattro le condanne per le quali è intervenuta la sentenza definitiva. Sono tutti episodi risalenti al 2015. Il fatto più grave è il concorso morale nella rapina ad un benzinaio per il quale Griggio rimediò in primo grado una pena di tre anni e sei mesi di reclusione. É la vicenda relativa al colpo messo a segno nella primavera del 2015 ai danni del distributore di carburante Bc di Valli di Chioggia. Secondo la Procura di Venezia era stato ideato dalla fidanzata di uno dei dipendenti, la quale, assieme alla madre, aveva poi reclutato gli esecutori materiali. Marzia Tommasin, allora 35enne, residente a Codevigo, e Patrizia Fattori, 57, di Chioggia, avevano patteggiato due anni di reclusione in udienza preliminare. Stessa pena per l’autore materiale del colpo Giuseppe Dave Seke, 21 anni, originario di Piove di Sacco e residente a Padova. Aveva patteggiato pure Gianmarco Griggio, 20 anni, di Cadoneghe, mentre il re delle truffe, accusato di aver preso parte all’ideazione del colpo, aveva affrontato il rito abbreviato rimediando la condanna più pesante, anche alla luce dei suoi precedenti. I cinque erano accusati di rapina e lesioni personali procurate al fidanzato della Tommasin, che fu percosso con il calcio di una pistola durante l’assalto. Le altre condanne diventate definitive riguardano le classiche truffe di Griggio, una nel milanese, due nel padovano. Si spacciava per promotore, prometteva finanziamenti a tasso agevolato e, con il pretesto di dover attivare una polizza assicurativa a copertura del prestito richiesto, si faceva accreditare somme in denaro su una carta poste-pay. Poi spariva dalla circolazione senza mai far arrivare ai richiedenti alcun tipo di finanziamento. Con questo modus operandi Griggio ha raggirato centinaia di persone nel corso degli anni. Anziane, pensionati, gente alle prese con difficoltà economiche erano le vittime preferite. Una settantina i procedimenti penali a suo carico, celebrati nei tribunali di quattro regioni del Nord Italia. In questi anni l’avvocato Vendramini è riuscito comunque a strappare una serie di assoluzioni (tra cui una pronunciata dalla Corte d’Appello di Bologna che ha cancellato una condanna in primo grado a due anni e sei mesi) e di prescrizioni che hanno alleggerito il pesante fardello. Oggi i procedimenti ancora pendenti nei confronti di Griggio sono ancora quattro, tra cui un’accusa di bancarotta.

DIETRO LE SBARRE

Il re delle truffe aveva conosciuto più volte l’onta del carcere fin dal febbraio 2016 quando gli agenti della Squadra mobile erano riusciti a rintracciarlo interrompendo una latitanza che durava da oltre un anno. In più occasioni era riuscito a riconquistare la libertà ottenendo l’affidamento in prova ai servizi sociali. Da qualche anno Griggio, che vive con la giovane compagna originaria del Benin e tre figli minorenni, aveva comunque provato a ricostruirsi una vita lavorando alle dipendenze di una cooperativa. Ora però deve inevitabilmente pagare il conto per i tanti reati commessi.

Ultimo aggiornamento: 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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