Giù dal balcone per sfuggire allo stupro: coinquilino condannato

Martedì 11 Febbraio 2020 di Luca Ingegneri
Giù dal balcone per sfuggire allo stupro: coinquilino condannato
PADOVA - La prima volta non aveva trovato la forza di opporsi. Era in preda ai fumi dell'alcol e non sapeva come arginare la forza bruta di quell'uomo che voleva possederla ad ogni costo. Al secondo tentativo era però scattata l'immediata reazione. Non appena ha avuto la percezione che lui ci stesse riprovando si è data alla fuga. Non ha però trovato di meglio che buttarsi giù dal balcone del secondo piano. Un volo di quattro metri che le è costato un viaggio in ambulanza ed un lungo ricovero ospedaliero. I medici le hanno diagnosticato un trauma cranico e fratture alle costole e ad una mano. Si è dovuta sorbire dieci giorni in un letto d'ospedale ed una lunga convalescenza.

LA DENUNCIA
Ma quando i carabinieri le hanno chiesto per quale ragione si fosse lanciata dal balcone di quell'appartamento di via Avanzo, all'Arcella, lei ha provato a tergiversare. Non voleva raccontare quanto le era capitato pochi giorni prima. Soltanto di fronte alle insistenze degli investigatori dell'Arma ha trovato il coraggio di vuotare il sacco. E di sottoscrivere la denuncia a carico dell'uomo che le aveva dato ospitalità, offrendole un posto letto nel suo appartamento, ma che aveva poi preteso di violarla nella sua intimità.

A due anni e mezzo dalla notte in cui si è consumato lo stupro, la vittima, una quarantacinquenne romena, ha finalmente ottenuto giustizia. Il suo aguzzino, Catalin Tudorache, pure quarantacinquenne e connazionale, difeso dall'avvocato Marco Colapinto, è stato condannato dal tribunale in composizione collegiale a cinque anni e sei mesi di reclusione. I giudici, presieduti da Marina Ventura, hanno accolto quasi interamente le richieste della pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Giorgio Falcone, che aveva concluso la requisitoria sollecitando una pena di sei anni. Alla vittima, assistita dall'avvocato Matteo Conz, è stato riconosciuto un risarcimento danni per complessivi 8mila euro.

L'EPISODIO
Aveva appena perso il lavoro. Era disperata. Voleva lasciare a tutti i costi l'altopiano di Asiago per trasferirsi a Padova. Ma non sapeva come trovare alloggio. Si era decisa a rivolgersi al connazionale che conosceva da tempo. Lui si era subito mostrato disponibile. Poteva prestarle una stanza del suo appartamento all'Arcella fino a quando lei non avesse trovato una sistemazione migliore. Quella sera avevano cenato assieme. E avevano esagerato con le sostanze alcoliche. Lei era in condizioni di scarsa lucidità quando lui aveva cambiato atteggiamento all'improvviso. L'aveva ripetutamente strattonata e le aveva rifilato due schiaffi in faccia obbligandola a stendersi sul letto. Poi ne aveva approfittato costringendola a subire un rapporto sessuale.
Avrebbe voluto reagire e allontanare con la forza il padrone di casa. Ma non ha trovato la forza di opporsi. Ha subito in silenzio. Solo per una volta. Quando ha temuto che lui ci riprovasse ha preferito fuggire buttandosi giù dal balcone.
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