Alla Sit la crisi porta esuberi, il contratto di solidarietà evita i tagli

Sabato 4 Novembre 2023 di Alberto Rodeghiero
Federico de' Stefani

PADOVA - La crisi energetica colpisce duro anche le aziende venete e da metà novembre scatta il contratto di solidarietà nella sede padovana delle Sit. Anche la storica azienda fondata da Pierluigi e Giancarlo de’ Stefani, specializzata in meccanica di precisione, deve fare i conti con degli esuberi e, dopo una serie incontri con i sindacati, ha raggiunto un’intesa per evitare la perdita di posti di lavoro.
Ad annunciarlo è stato Michele Iandiorio, segretario generale della Fiom -Cgil di Padova. «A Padova ormai è rimasta solamente la sede amministrativa dell’azienda – ha spiegato il sindacalista – un’azienda che, producendo soprattutto valvole per il gas, sta vivendo un momento di difficoltà legato alla crisi energetica.

Una crisi che ha portato a un calo del fatturato e che, per quel che riguarda la sede padovana, dove lavorano 237 persone, di fatto quasi tutti impiegati, ha portato ad individuare 22 esuberi».


INTESA
«A quel punto è iniziata un interlocuzione con i sindacati che, di recente, si è chiusa con un’intesa per un contratto di solidarietà che scatterà alla metà di novembre, in modo da evitare i licenziamenti – ha detto ancora l’esponente della Fiom –. In futuro potrebbe esserci qualche uscita volontaria da parte di alcuni lavoratori, ma stiano parlando di numeri veramente molto piccoli». Il contratto di solidarietà è un ammortizzatore sociale che permette di ridurre l’orario di lavoro a fronte del mantenimento dell’occupazione. Al lavoratore interessato dal questo contratto viene erogata dall’Inps una quota della retribuzione persa. Nell’accordo deve essere stabilita la rotazione dei lavoratori il cui orario deve essere ridotto, in forma giornaliera, settimanale o mensile, con una durata del contratto di norma non inferiore a 12 mesi e non superiore a 24. La riduzione oraria media non può superare il 60% dell’orario dei lavoratori coinvolti.
«Aldilà di questo risultato – ha concluso Iandiorio – ai vertici della Sit chiediamo un serio Piano di sviluppo. Padova, infatti, non è un caso isolato. Anche nello stabilimento in provincia di Macerata sono in contratto di solidarietà e a Rovigo è scattata la cassa integrazione. La transizione ecologica, per forza di cose, diminuirà la richiesta di componentistica legata al gas in favore delle energie rinnovabili, di conseguenza è necessario investire su altre tecnologie. Proprio per questo bisogna intervenire in tempi rapidi».


ESTERO
La sede centrale dell’azienda è, appunto, a Padova. I siti produttivi e di ricerca e sviluppo si trovano in Italia (a Rovigo e Macerata), Olanda (Hoogeveen), Romania (Brasov), Messico (Monterrey), Portogallo (Lisbona), Tunisia (Tunisi), e Cina (Suzhou). Attualmente il 65% dei dipendenti opera nelle sedi estere. L’anno scorso Sit ha fatturato 393,3 milioni di euro (il 74,7% è realizzato al di fuori dell’Italia). A guidare l’azienda come presidente e amministratore delegato è Federico de’ Stefani che fa parte del consiglio di presidenza di Confindustria Venero Est e, di recente, è stato annunciato come uno dei soci di “Nem” Nord est Multimedia, la cordata di industriali veneti e friulani che ha rilevato sei quotidiani dal Gruppo Gedi.
Alberto Rodighiero

Ultimo aggiornamento: 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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