Delitto Noventa, Freddy scrive al Gazzettino: «Sono un capro espiatorio»

Domenica 10 Marzo 2019 di Marco Aldighieri
Freddy Sorgato, in carcere per la morte di Isabella Noventa
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PADOVA - Freddy Sorgato, in cella dal febbraio del 2016 per l’omicidio di Isabella Noventa e condannato a trent’anni di reclusione (pena confermata in Appello), si difende dal carcere Due Palazzi. Lo fa scrivendo una lettera di due pagine, indirizzata al Gazzettino, in stampatello e utilizzando una penna di colore blu.
«L’interpretazione dei fatti non è mai avvalorata da nessuna conferma» ha scritto premendo la punta della penna sul foglio a righe, tanto da portare quasi in rilievo le lettere. E ancora: «Sono un attore involontario di questa simulazione raccontata da terzi. Gli atti giudiziari sono ben rappresentati da ipotesi, supposizioni, congetture in mancanza di dati certi».
 
In questo passaggio dell’epistola Freddy Sorgato sembra puntare il dito su Manuela Cacco, la tabaccaia di Camponogara in provincia di Venezia, la cui testimonianza ha permesso agli inquirenti di incastrare lui e la sorella Debora. Poi la stoccata finale ai magistrati. «Una verità costruita apposta - ha aggiunto - per mascherare un’incompetenza dei responsabili magistrati che hanno seguito il caso trovandosi in mare aperto e dovendo dare all’opinione pubblica un capro espiatorio su cui imporsi». 
LA SFIDA
Freddy, l’autotrasportatore di Noventa Padovana, dalla sua cella della Casa di reclusione di via Due Palazzi fa sapere di non temere nessuno. E lo scrive così: «Non mi nascondo davanti a nessuno che voglia rispondere a un confronto, magistratura per prima». Tuttavia durante i processi in primo e secondo grado Sorgato non ha mai voluto rilasciare dichiarazione spontanee ai giudici. Come durante gli interrogatori ha fornito versioni diverse, apparendo agli occhi degli inquirenti come un bugiardo. Ma soprattutto non raccontando la verità su dove ha gettato e occultato il cadavere di Isabella.
LA VITA IN CELLA
Freddy nella lettera ha raccontato, come anche oggi, è di fatto un sorvegliato speciale. «Da tre anni dall’accaduto - ha scritto - sono tutt’ora controllato a ogni ora e minuto della giornata». Balza all’occhio come non parli di delitto o omicidio, ma di semplice “accaduto”.
IL CONTENUTO
Nella lettera vergata da Freddy Sorgato non c’è alcun pentimento per quello che ha commesso. È solo un atto di difesa, senza entrare nei dettagli dell’omicidio e delle fasi processuali. Non ha mai menzionato la vittima Isabella Noventa e nemmeno la sorella Debora e la ex fiamma Manuela Cacco. Non parla del corpo del cadavere della segretaria di Albignasego, mai più ritrovato. 
Marco Aldighieri

Ultimo aggiornamento: 09:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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