Delitto Noventa, l'Appello conferma le condanne: 30 anni ai fratelli Sorgato

Mercoledì 10 Ottobre 2018
IL PROCESSO
MESTRE Il camionista accoglie la sentenza con un sorriso amaro, la sorella rimane glaciale e l'amica scoppia in lacrime. Tre reazioni diverse, un unico destino: per la Corte d'assise d'appello Freddy Sorgato, Debora Sorgato e Manuela Cacco sono responsabili dell'omicidio di Isabella Noventa, segretaria di Albignasego uccisa a 55 anni e fatta sparire nella notte del 15 gennaio 2016. La sentenza che conferma quanto deciso in primo grado è stata letta ieri all'aula bunker di Mestre. Trent'anni di carcere a Freddy e Debora, sedici anni e dieci mesi Manuela.
LA SCOMPARSA
L'anno scorso furono ritenuti responsabili di omicidio premeditato e soppressione di cadavere (nel caso della Cacco si aggiungevano anche i reati di stalking e simulazione di reato). Ieri è stata ribadita la stessa identica sentenza. La sera del 15 gennaio 2016 Isabella Noventa, tabaccaia di Albignasego (Padova) cena assieme all'uomo con cui ha una relazione, il camionista Freddy Sorgato. Da quel momento viene persa ogni traccia. Una telecamera immortala la camminata di una donna con un giubbino bianco. «È Isabella» assicura Freddy, spingendo sulla tesi dell'allontanamento volontario. Ma la polizia torchia l'amica Manuela Cacco, di Camponogara (Venezia) e la fa confessare: «Quella donna ero io, è stata una messinscena». Ecco quindi la nuova versione di Freddy: «Isabella è morta soffocata durante un gioco erotico e io ho scaraventato il cadavere nel Brenta». Pochi giorni dopo, però, la Cacco rovescia tutto: «L'ha uccisa Debora, nella cucina di Freddy. Lui la guardava impietrito, lei la colpiva in testa con una mazzetta e poi le infilava un sacchetto al capo». Il cadavere non è mai stato ritrovato.
Gabriele Pipia
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