«Omicidio? Non ci sono prove»

Mercoledì 26 Settembre 2018
PROCESSO
MESTRE È ripreso ieri mattina a Mestre, nell'aula bunker, il processo in corte d'assise d'appello per i fratelli Freddy e Debora Sorgato, e per Manuela Cacco. Nella scorsa udienza del 19 settembre il procuratore generale, al termine di due ore e un quarto di requisitoria, ha chiesto 30 anni per il ballerino e la donna delle pulizie, e 16 anni per la tabaccaia veneziana di Camponogara. Di fatto ha confermato il verdetto del 22 giugno del 2017 in rito abbreviato da parte del Gup Tecla Cesaro. Ieri gli avvocati di Freddy e Debora hanno smontato pezzo dopo pezzo il racconto di Manuela Cacco, descrivendola come una bugiarda. La prossima udienza è stata fissata, sempre in aula bunker a Mestre, il nove ottobre dove ci sarà la lettura della sentenza.
I LEGALI
Gli avvocati Giuseppe Pavan e Massimo Malipiero per Freddy Sorgato, e Luca Motta e Roberto Morachiello per Debora, hanno puntato le loro arringhe sul demolire pezzo dopo pezzo il racconto della tabaccaia veneziana. È stata Manuela Cacco infatti a incastrare i due fratelli, descrivendo agli uomini della Squadra mobile e al sostituto procuratore Giorgio Falcone, titolare delle indagini, come i due hanno eliminato Isabella Noventa la notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016. «La tabaccaia non è credibile - hanno sottolineato i legali - perchè all'interno della villa di Freddy non c'è una sola traccia di Isabella. E poi manca il movente e soprattutto l'arma del delitto. Semmai è stato un omicidio d'impeto» E sul corpo? Gli avvocati di Freddy hanno ripetuto, così come in primo grado, che il ballerino ha gettato il cadavere dell'impiegata di Albignasego nel fiume Brenta e poi la corrente lo ha portato al mare.
I FRATELLI
Freddy e Debora anche ieri mattina erano presenti per il loro processo nell'aula bunker di Mestre. Si sono salutati e poi hanno parlato a più riprese con i loro rispettivi avvocati. Non hanno mai alzato lo sguardo verso i giudici, ma sono sembrati molto tranquilli. La donna delle pulizie, per quasi tutto il tempo passato in aula, ha masticato una gomma. Poi si sono appoggiati sul banco sostenendosi la faccia con una mano, e in alcuni frangenti hanno anche chiuso gli occhi. Manuela Cacco invece, la tabaccaia veneziana, è rimasta sempre ferma vicino al suo legale Alessandro Menegazzo di Dolo. Mentre gli avvocati dei due fratelli smontavano la sua accusa nei confronti di Freddy e Debora, è apparsa molto frastornata.
LA FAMIGLIA DI ISABELLA
Anche ieri era presente in aula bunker Paolo Noventa, fratello di Isabella. «Ho visto Freddy e Debora molto spavaldi. Quelli non hanno paura di nulla. Debora masticava anche una gomma. Mi hanno più volte guardato negli occhi, nelle altre occasioni non lo hanno mai fatto. Non so cosa vogliano dimostrare. Però non hanno alzato lo sguardo verso i giudici». Poi Paolo Noventa ha descritto anche la tabaccaia di Camponogara. «Manuela Cacco è una figura insignificante - ha ripreso - stava ferma immobile accanto al suo avvocato. Lei non mi ha degnato di uno sguardo». Ma il fratello di Isabella si aspettava qualcosa di più da questo processo in Appello. «Ormai è finita - ha sottolineato - perchè speravo che i fratelli Sorgato dicessero in aula dove hanno occultato il corpo di mia sorella. Invece niente e come ha detto il procuratore generale si è padroni di quel che si tace e si è schiavi di quel che si dice. Insomma non credo più di poter avere una tomba su cui piangere». E ancora: «I legali dei due fratelli Sorgato si sono arrampicati sugli specchi, hanno di nuovo arringato su telefonate e passaggi delle auto dei loro assistiti sotto le telecamere per dimostrare l'innocenza di Freddy e Debora, ma è tutto inutile. Inoltre mi ha molto urtato quanto detto la volta scorsa in aula dall'avvocato Roberto Morachiello infangando il buon nome della mia famiglia e di Isabella, gli consiglio di cambiare enoteca».
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