ABANO (PADOVA) - Verranno celebrati martedì nel Santuario di Monteortone i funerali di Maria Grazia Forgetta, 49 anni, e della figlioletta Gioia di appena 5 che hanno perso la vita in uno spaventoso incidente stradale sulla A13 il 27 settembre.
Il sostegno della comunità
Sarà circondato e sostenuto dai famigliari giunti da Caserta e idealmente abbracciato dagli amici e soprattutto dai compagni di classe di Gioia, che appena il 13 settembre aveva varcato per la prima volta i cancelli della scuola elementare De Amicis di Giarre, dopo avere frequentato la materna di Monteortone. Questo il motivo, spiega il parroco don Giuseppe Galiazzo, che ha spinto Michele Petriccione a scegliere il Santuario per dire addio ai due più preziosi tesori della sua esistenza. La piccola Gioia aveva infatti a Monteortone uno stuolo di amichetti e altri ne aveva conosciuti alla De Amicis. Sono stati loro a comporre il piccolo cuore sormontato da un fiocco rosa che ieri era esposto nella bacheca esterna del plesso didattico. Gli stessi compagni di banco che Gioia, felice per l'avvicinarsi della data, avrebbe invitato alla festa che mamma e papà le stavano organizzando per i sei anni che avrebbe compiuto fra qualche giorno. Anche l'amministrazione comunale aponense, con una sua rappresentanza, parteciperà alle esequie.
L'aiuto del Comune
«Questa tragedia ha scosso la nostra intera comunità - dichiara il sindaco Federico Barbierato -. Ora i nostri uffici municipali preposti stanno valutando quale forma di aiuto e supporto psicologico sarà possibile offrire a chi sta vivendo un dramma così immenso, che lo ha privato degli affetti più cari». Maria Grazia Forgetta era conosciuta anche a Montegrotto, dove prestava la sua collaborazione al centro sociale comunale "Gino Strada", impegnandosi in attività a favore degli anziani. Michele Petriccione è adesso chiuso nel suo strazio, nell'abitazione di via Previtali del quartiere Pescarini di Abano da cui quel giorno la famiglia era partita per raggiungere la natìa Caserta, dalla quale la coppia si era trasferita nella zona termale una decina d'anni fa. Il 50enne risulta indagato dalla Procura di Ferrara che ipotizza a suo carico il reato di omicidio stradale colposo. Un atto procedurale dovuto per fare completa chiarezza sulla dinamica del tremendo sinistro che ha cancellato le vite della moglie e della figlioletta, non un dito accusatore puntato contro di lui. La Procura di Ferrara ha inoltre disposto ulteriori accertamenti, compresa una perizia cinematica.
Secondo una prima ricostruzione dell'incidente, la berlina Saab condotta da Petriccione, all'altezza del chilometro 40 della A13, fra i caselli di Ferrara Nord e Ferrara Sud, ha tamponato violentemente un mezzo pesante fermo in coda a causa di un precedente incidente. L'uomo che sentito dagli inquirenti ha avrebbe dichiarato di essersi accorto solo all'ultimo istante del camion davanti a lui - avrebbe sterzato a sinistra per cercare di evitare l'impatto. Una manovra disperata che non gli è però servita a fermare in tempo l'auto, piombata a tutta velocità contro il cassone del tir. La fiancata destra si è letteralmente disintegrata. Per la moglie che gli era seduta accanto e per la figlia non c'è stato scampo.
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