Tragedia in A13, nello schianto perse moglie e figlia, ora rischia il processo

Michele Petriccione non avrebbe visto i segnali che indicavano un altro scontro

Martedì 6 Febbraio 2024 di Eugenio Garzotto
Tragedia in A13, nello schianto perse moglie e figlia, ora rischia il processo

ABANO - Michele Petriccione è l’unico indagato per lo spaventoso incidente stradale che il 27 settembre scorso costò la vita alla moglie Maria Grazia Forgetta, 49 anni, e alla loro figlioletta Gioia di appena 5. La Procura della Repubblica di Ferrara ha concluso l’inchiesta per stabilire le responsabilità del terribile sinistro avvenuto lungo l’autostrada A13.
Secondo le conclusioni cui è giunta la Procura, Petriccione non si era reso conto, nonostante i segnali, che a causa di un precedente scontro avvenuto qualche chilometro più avanti, la circolazione era bloccata e pur procedendo entro i limiti di velocità la sua brusca frenata non era riuscita a impedire l’impatto contro un autocarro fermo in coda sulla corsia.

Un urto violentissimo che non aveva lasciato scampo alla moglie e alla figlia, decedute sul colpo. L’ipotesi di reato è di omicidio stradale colposo. Era stata disposta anche una perizia cinematica.


IL FATTO
Quel giorno la famiglia Petriccione era partita di buon’ora dall’abitazione di Abano in via Previtali, nel quartiere Pescarini, in direzione di Caserta per una visita di qualche giorno ai parenti. All’altezza del chilometro 40, fra i caselli di Ferrara Nord e Ferrara Sud, la Saab aveva tamponato il mezzo pesante fermo sulla A13. Il 50enne, ascoltato dagli inquirenti, aveva dichiarato di non essersi accorto, se non all’ultimo istante, della colonna di veicoli che aveva davanti a sé. Aveva tentato una manovra disperata per evitarli, sterzando bruscamente verso sinistra. Purtroppo, era stato tutto inutile: l’auto era oramai senza controllo e la parte frontale destra e la fiancata destra si erano letteralmente disintegrate contro il cassone posteriore del tir. Un impatto così violento che la vettura era stata sbalzata per una trentina di metri, finendo la sua corsa contro lo spartitraffico centrale.
Nella carambola era stato coinvolto anche un altro veicolo. Petriccione era uscito dall’abitacolo squarciato con ferite lievi che erano state medicate al pronto soccorso. Ma per la moglie Maria Grazia e per la piccola Gioia non c’era più nulla da fare. La tragedia aveva provocato dolore e sgomento in tutta la città di Abano. La famiglia era molto conosciuta nel quartiere dove risiedeva. La bambina, che avrebbe compiuto sei anni pochi giorni dopo l’incidente, il 13 settembre aveva varcato per la prima volta i cancelli della scuola elementare Edmondo De Amicis del quartiere di Giarre. Il dramma che aveva mandato in pezzi la vita di Michele Petriccione aveva suscitato profonda commozione anche fra il personale del Golf Club della Montecchia di Selvazzano, a cui il 50enne era iscritto da quattro anni. Maria Grazia Forgetta era anche impegnata nel sociale a Montegrotto.
Con la figlia si recava spesso al centro sociale “Gino Strada” di via Diocleziana come collaboratrice di un progetto rivolto agli anziani. Il 3 ottobre vennero celebrati nel Santuario di Monteortone i funerali di mamma e figlia cui parteciparono oltre cinquecento persone, fra le quali anche l’equipaggio della Polizia stradale di Altedo intervenuto sul luogo del terribile incidente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci