Filippo, la fuga in auto: si trova ancora in Italia o è scappato all'estero? L'auto era in Austria già domenica. Zaia, il procuratore il parroco: «Costituisciti»

Sabato 18 Novembre 2023
Filippo, la fuga in auto e il dubbio: si trova ancora in Italia o è scappato all'estero?

Nessuna traccia recente di Filippo Turetta e della sua auto. La notizia del ritrovamento della vettura nei pressi del lago di Barcis al momento è destituita di fondamento.

Lo ha riferito il portavoce del Comando provinciale dei Carabinieri di Pordenone. Proseguono quindi le ricerche intorno al lago e nelle zone circostanti alla ricerca della vettura. Ma se l'ultima volta che è stato tracciato si trovava in Austria, sorge il dubbio che il ragazzo, sul quale pende un mandato di cattura internazionale, sia in fuga all'estero. Diversamente da quanto emerso in precedenza, infatti, la sua Fiat Punto nera era stata già localizzata sul territorio austriaco la scorsa domenica, 12 novembre, e non mercoledì 15.

Ex fidanzati scomparsi, trovato il cadavere di Giulia Cecchettin: il corpo era in un canalone tra il lago di Barcis e Piancavallo. Filippo "incastrato" dal Targasystem

Dove è stata vista l'auto di Filippo Turetta?

L'auto è stata immortalata dai sistemi di controllo stradale sia a Lienz, nel Tirolo orientale, e sia in Carinzia. Non ci sarebbero invece, per il momento, elementi che provino il suo ritorno in Italia. La vettura è stata registrata grazie al targa-system. Ancora nessuna traccia, invece, per il momento, di una presenza anche in Alto Adige, che dista infatti solo pochi chilometri da Lienz. C'è anche chi ha chiamato i carabinieri sostenendo di aver visto Filippo entrare in un centro commerciale a San Candido, ma questa segnalazione non avrebbe mai trovato alcun riscontro.

Filippo Turetta in fuga: come fa a sostenersi?

Il giovane in fuga non è rintracciabile non ha vestiti con sé, né un secondo cellulare con un'altra sim, neppure una carta di credito. I mezzi di Filippo Turetta, indagato per la morte dell'ex fidanzata Giulia Cecchetin, trovata senza vita vicino il Lago di Barcis, in provincia di Pordenone, sarebbero limitati secondo quanto riferisce l'avvocato della famiglia Emanuele Compagno in contatto costante con i genitori del 22enne. «Non sappiamo dove è, in che modo si sta muovendo, con che soldi stia pagando la sua» latitanza spiega l'avvocato che conferma che, da quanto a lui noto, non è stata trovata ancora la Punto, l'auto di colore nero su cui Giulia - dopo essere stata colpita - è stata caricata a forza per l'ultimo viaggio. Dal legale e dalla famiglia del giovane ancora una volta l'appello a Filippo di «tornare a casa».

L'appello del procuratore e del parroco a Filippo: «Costituisciti»

«Ancora non abbiamo elementi certi» sulla dinamica di quanto avvenuto. «La ricostruzione che potrebbe fare il ragazzo sarebbe molto importante, anche per lui. L'invito «che gli rivolgo è quello di non continuare in questa fuga verso l'Austria, si costituisca». Lo ha detto il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi al Tg1.

«In questa vicenda che ci lascia sgomenti ed affranti, resta un ultimo tassello da ricostruire, e cioè dove sia Filippo Turetta. Faccio mio l’appello del procuratore Bruno Cherchi - scrive su instagram il governatore del Veneto Luca Zaia - La ricostruzione che potrebbe fare il ragazzo sarebbe molto importante, anche per lui. L'invito è quindi di non continuare in questa fuga, si costituisca».
 

Anche il sacerdote del paese dell'ex fidanzato si è unito al messaggio: «Filippo, costituisciti». Don Franco Marin, parroco di Torreglia, dove vive Filippo Turetta, lo conosceva fin da bambino. «Poi, dopo la cresima, come tantissimi altri ragazzi - spiega all'Adnkronos il sacerdote - ha preso altre strade e ci eravamo persi di vista. Stiamo tutti male, pensando a lui, a quello che ha fatto, ai suoi famigliari. Alla famiglia di Giulia. È una croce sulla quale siamo crocifissi».

Il sacerdote, davanti ad un dramma che scuote tutti, ha scritto alla comunità: «Stiamo vivendo una esperienza che non avremmo mai immaginato entrasse nelle nostre vite: un dramma che ci fa tremare le vene al pensiero di ciò che sta succedendo. Pensiamo a Nico e a Francesca, papà e mamma di Filippo e del fratello Andrea; pensiamo ai familiari di Giulia. Ci vengono a mancare le parole». Quindi la riflessione dell'uomo di chiesa con un interrogativo che interpella le coscienze: «Anche noi oggi, come Gesù, siamo inchiodati sulla nostra croce inattesa: saremo capaci di portare il peso?».

Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 12:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci