Autovelox, gli agenti interrogati: «Il comandante Moro faceva pressioni»

Mercoledì 13 Dicembre 2023 di Lorena Levorato
Autovelox, gli agenti interrogati: «Il comandante Moro faceva pressioni»

CADONEGHE - Emergono nuovi particolari nell’inchiesta della Procura sui due autovelox installati sulla Sr 307 e sulle 58mila multe elevate in poco meno di due mesi. Negli interrogatori compiuti dai carabinieri di Cadoneghe alla fine di ottobre, ad oltre un mese dalla notifica degli avvisi di garanzia all’ex responsabile operativo della Polizia locale Giampietro Moro e ad un agente, sarebbero emersi due elementi importanti. 
Al comando alcuni colleghi sapevano che Moro ambiva alla promozione a dirigente prima della pensione, che scatterà nel giugno prossimo. Gli agenti erano inoltre a conoscenza del fatto che la vicenda dei velox era stata definita dallo stesso Moro «una bomba sotto il sedere del sindaco che al momento opportuno gli esploderà». Proprio l’assillo da parte di Moro di ottenere la promozione prima del pensionamento sarebbe stato il fattore scatenante dell’ipotetica azione di vendetta architettata contro il primo cittadino. Da qui l’accusa di tentata concussione.
 

L’ACCUSA
D’altra parte, nell’avviso di conclusione delle indagini si precisa che l’ormai ex responsabile dei vigili, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, avrebbe compiuto condotte tali da costringere il sindaco a promuoverlo e a promettergli indebitamente la superiore categoria D. Comportamenti che Moro avrebbe messo in atto anche nei confronti del vicesindaco Devis Vigolo e dell’assessore alla Cultura Sara Ranzato. Dall’indagine emergerebbero quindi i contorni di un piano architettato ad hoc per minare l’immagine del sindaco, e con essa quella dell’amministrazione e del Comune. Moro, che non è più in servizio da quando gli è stato notificato l’avviso di garanzia e che lo scorso 20 settembre ha rassegnato le sue dimissioni dall’incarico, già a gennaio di quest’anno aveva fatto presente la necessità di una promozione almeno sei mesi prima della pensione.


L’inchiesta era stata avviata a inizio settembre in seguito ad un esposto presentato in Procura dallo stesso sindaco Marco Schiesaro, non appena era stato informato di quanto stava accadendo all’interno del comando di Polizia locale. Il sindaco aveva poi incaricato il segretario comunale di avviare un’inchiesta interna, finalizzata a capire se nell’iter di installazione degli autovelox fossero state violate le norme. Successivamente era stato affidato all’avvocato Antonio Greco il compito di redigere un parere pro veritate che avrebbe appurato la presenza di un abuso di potere. Da qui l’annuncio dell’annullamento di tutte le sanzioni, incluse quelle già pagate.
Un momento epocale per le migliaia di multati che da luglio avevano dato vita a un’infuocata polemica. Nei giorni scorsi è stata firmata la determina per il via libera all’annullamento dei primi 16mila verbali. Poi si procederà per gradi con tutti gli altri. Intanto, in attesa di capire se per i due indagati verrà chiesto il rinvio a giudizio, in Procura resta aperta anche una seconda inchiesta. É quella relativa al duplice attentato che la sera del 9 agosto mise fuori uso entrambi i velox. Gli autori del raid restano tutt’ora ignoti.
 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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