PADOVA - «Non ho nulla, a dire la verità, di eclatante o di particolare. Mi verrebbe da dire: se è vero che la mia vita è stata in parte ‘rivoluzionata’, è pur sempre altrettanto vero che la ‘rivoluzione’ sta per sempre nella fedeltà grata agli impegni e alle incombenze dell’ordinario quotidiano».
E’ all’insegna della semplicità francescana che, alla vigilia dell’ingresso ufficiale al Santo (“inizio del ministero di rettore della basilica”, e della guardianìa del convento), padre Antonio Ramina sottolinea gli impegni che lo attendono. L’ingresso avverrà a poco più di un mese dalla comunicazione ufficiale della nomina da parte del Papa. Alle 11 di domani, 10 ottobre, la solenne liturgia verrà celebrata dal delegato pontificio Fabio Dal Cin, col ministro provinciale dei Conventuali Roberto Brandinelli e il nuovo vicerettore del Santo Andrea Massarin.
I primi impegni per il neorettore? «Per ora, si tratta di conoscere meglio: la comunità, con le sue dinamiche relazionali; le attenzioni da avere nei confronti dei frati e dei loro servizi, molti e preziosi; la cura dei rapporti con le tante persone che chiedono di essere accolte e ascoltate per i motivi più diversi; partecipare agli incontri dei vari Enti che a titolo diverso fanno riferimento alla basilica, comprendendone lo spirito e le iniziative».
Per quel che riguarda l’attività di docenza? «Ho incominciato le lezioni nella Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, che vorrei cercare di mantenere. E’ un impegno spirituale, e mi aiuta a mantenere un orientamento unificante». In particolare, cosa cambierà rispetto all’attività precedente? «Tra gli impegni, assumere progressivamente un nuovo ritmo di vita, diverso rispetto a prima. Se precedentemente i tempi erano scanditi soprattutto dalla preghiera comunitaria, incontri formativi, colloqui di accompagnamento e studi/insegnamento, ora la preghiera in basilica è condivisa con molti fedeli o pellegrini e si intreccia e si apre su un orizzonte esistenziale e umano eterogeneo e i ‘fronti’ della dedizione vanno scoperti nel dipanarsi dei giorni».
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