«Il telefono è muto, non posso chiamare i soccorsi»: il rifugista scrive al prefetto

Giovedì 13 Luglio 2023 di Raffaella Gabrieli
Il rifugio Coldai in territorio di Val di Zoldo

VAL DI ZOLDO (BELLUNO) - Quando un danno economico diventa anche problema di sicurezza pubblica, chiedere aiuto e protestare non basta. Così Luca De Zordo, gestore del rifugio Coldai, di fronte all’ennesima interruzione della linea telefonica Telecom, ha preso carta e penna e ha scritto al prefetto di Belluno Mariano Savastano: «Dopo mille segnalazioni per i continui black out telefonici, passo la palla. Se dovesse accadere qualche incidente io mi dichiaro impossibilitato a segnalarlo al Soccorso alpino, agli operatori sanitari e alle forze dell’ordine.

Pur mortificante, non riesco a fare altrimenti. Da qua in avanti altri risponderanno di eventuali mancanze».

LO SFOGO 

Da inizio stagione ai primi di giugno, lassù ai 2.135 metri di altitudine dinnanzi alla spettacolare parete del monte Civetta, è la terza volta che De Zordo segnala il problema, accentuato dal fatto che neppure i cellulari hanno sempre e dovunque copertura. Da una decina di anni la linea è carente e le sistemazioni sono ogni volta all’acqua di rose. «A ogni mia lamentela con Telecom - sottolinea De Zordo - dopo svariati giorni arriva un operatore che sistema alla bell’e meglio. Ma basta un niente è fare o ricevere una telefonata allo 0437789160 diventa impossibile. Stessa cosa per i cellulari che, a questa quota, vanno e non vanno. Per quanto possa contare, ho indicato sui social network che eventuali prenotazioni possono essere fatte al numero Wapp 34743555558. Un chiaro disagio per noi in termini economici, ma quel che mi preoccupa di più è la questione sicurezza».

LA CONSIDERAZIONE 

«La stagione è buona - spiega De Zordo - con il ritorno di moltissimi stranieri in arrivo da ogni continente che rappresentano circa il 90% degli ospiti. La nota dolente è, appunto, la linea telefonica che dal 7 luglio è totalmente muta. Mi viene da ridere perché si parla tanto di Olimpiadi e non siamo nemmeno in grado di ripristinare un collegamento posato 40 anni fa. I call center di Telecom mi dicono che la procedura di intervento è stata aperta, ma qua non si vede nessuno. La stessa solfa si ripete da una decina di anni senza che nessuno ritenga di dover intervenire in maniera appropriata. Così ho scritto al prefetto Savastano: vediamo cosa riterrà di fare». 

LA STRUTTURA 

Il rifugio Coldai, posizionato all’estremità settentrionale del Gruppo del Civetta, dispone di 93 posti letto ed è inoltre una stazione di soccorso del Cnsas 118. Di proprietà del Cai di Venezia, è aperto da metà giugno a metà settembre. «Nel 1968 - conclude De Zordo - hanno iniziato a gestirlo i miei genitori Enza e Renato mentre ora ci sono io. È vero che è una nostra libera scelta, però mi appello alla questione sicurezza: un rifugio in quota al giorno d’oggi deve poter comunicare con i paesi a valle».

Ultimo aggiornamento: 17:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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