Ucraini "sfrattati", bufera: «Le vite umane devono venire prima della pulizia dei portici»

Mercoledì 18 Gennaio 2023 di Federica Fant
Ex caserma dei vigili del fuoco

BELLUNO - La notizia che i profughi ucraini dovranno lasciare Belluno sta diventando un vero caso politico.

Il dispiacere dei consiglieri di minoranza è chiaro e lucido. «Venerdì scorso in una riunione della conferenza di capigruppo abbiamo appreso dal sindaco che non sarebbe stato più possibile ospitare i rifugiati ucraini presso l'ex caserma dei vigili del fuoco a Mussoi a causa dell'inizio dei lavori di ristrutturazione intervengono dalle file di Insieme per Belluno Bene comune, Valore Comune, Partito democratico e InMovimento -; oggi, sgomenti, abbiamo appreso che la partenza è imminente, addirittura entro fine mese».

IL MODELLO
I consiglieri sottolineano che quanto organizzato all'ex caserma dei vigili del fuoco «è stato un modello seguito anche da altre città e questo sia grazie alla sensibilità portata dalla precedente amministrazione oltre che dall'innegabile impegno profuso in questo progetto dalla protezione civile comunale. L'allontanamento repentino di queste persone, già duramente provate dall'aver dovuto lasciare le proprie case sottolineano -, il proprio ambiente e, spesso, anche parenti ed amici, per portarle in un'altra città non fa altro che aumentarne il dolore ed il disagio. Ancor più per i bambini ed i ragazzi che stavano frequentando le scuole qui a Belluno e che vengono, ancora una volta, sradicati. Era proprio impossibile trovare una alternativa?», chiedono i consiglieri.

«SCARSA PROGRAMMAZIONE»
«Da tempo si sapeva che sarebbero iniziati i lavori presso l'ex caserma dei Vigili del fuoco: non ci si poteva attivare per tempo? Anche eventualmente posticipando l'inizio dei lavori per consentire ai bimbi di concludere l'anno scolastico vanno a concludere -. E qui non ci sono nemmeno scuse di difficoltà finanziarie, poiché tutto è ristorato dallo Stato. La politica è ricerca di soluzioni e non condividiamo l'atteggiamento di rinuncia al componimento dei problemi che ha assunto in questa sede il sindaco De Pellegrin». Intervengono singolarmente i capigruppo: «Ciò che appare è che sia stata una cosa trattata all'ultimo momento. E quando si tratta di vite umane non si fa, vengono prima le persone che pulire i portici», afferma Lucia Olivotto (IpB- Bene comune). Il collega di Belluno D+, Giangiacomo Nicolini è chiaro: «Noi subiamo le comunicazioni che ci informano di dati di fatto. Inutile parlare di ascolto e di coinvolgimento quando poi è una finzione. Dispiace pensare che queste persone vengano allontanate dopo tutto ciò che era stato fatto dalla precedente amministrazione».

LA BEFFA
Per InMovimento parla Jacopo Massaro che crede «che questo sgombero improvviso delle persone di nazionalità ucraina sia un'offesa alla storia dei bellunesi che conoscono l'emigrazione dolorosa e difficile». Da ultimo, un'annotazione. «A causa della dipartita di queste persone dice l'ex sindaco la casa di riposo di Belluno perderà 40 mila euro l'anno, che oggi guadagnava grazie al fatto che forniva i pasti alle persone di nazionalità ucraina. Per il Pd, Claudia Bettiol aggiunge: «In conferenza capigruppo le minoranze avevano avanzato delle proposte: l'utilizzo dell'ex asilo Cairoli, la ricerca di collaborazione con l'Ater, con i proprietari di immobili sfitti, con i Comuni contermini, con i Frati a Mussoi». Infine Mirco Costa (Valore comune) sottolinea come bimbi e ragazzi ora debbano ricominciare altrove l'anno scolastico.
 

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