Fugge dall'Ucraina, Davyd muore a 4 anni: cure per il tumore ostacolate dalle bombe

Sabato 14 Gennaio 2023 di Raffaella Gabrieli
La famiglia ucraina Kolivoshka

SEDICO -  In fuga da una Leopoli presa di mira dai missili russi, ad aprile l’auto della giovane famiglia Kolivoshka si è messa in moto per raggiungere la Polonia. E poi, di là a poco, il Bellunese, dove papà Yuriy e mamma Marta hanno parenti. È stato un viaggio della speranza quello della coppia ucraina, assieme ai loro quattro figli, nel tentativo di offrire al piccolo Davyd le cure migliori per salvarsi da un tumore scoperto poche settimane prime dello scoppio della guerra.

Ma il bimbo, 4 anni, non ce l’ha fatta. L’ultimo saluto gli sarà rivolto oggi alle 11, nella chiesa cristiana evangelica Mce di Sedico. 


LA STORIA 
«La nostra famiglia - racconta Yuriy, 41enne chirurgo pediatrico - è composta da me, mia moglie Marta (39enne, dentista) e dai nostri quattro figli: Timmy, 10 anni; Luca, 7; Davyd, 4; Daniel, 2. Ora Davyd, che amava giocare a scacchi, ci ha lasciato dopo aver combattuto come un piccolo leone contro la terribile malattia che abbiamo individuato, accorgendoci di un rigonfiamento sul petto, a febbraio. Si trattava di un tumore al torace che abbiamo iniziato a curare subito con la chemioterapia che però, per colpa dei frequenti bombardamenti in corso, veniva spesso interrotta o non si riusciva proprio a somministrare. È stato allora che il direttore dell’ospedale ci ha detto che la situazione già grave non poteva essere più affrontata in quelle condizioni». Detto, fatto. Marito e moglie si fanno coraggio, caricano in auto i loro bambini e quel poco di altro che ci stava e si recano in Polonia. «Ma la destinazione finale - spiega il papà - era Sedico, dove abbiamo parenti. Da medico conosco l’alto livello dell’ospedale oncologico pediatrico di Padova e qui volevamo portare Davyd. Tant’è che arrivati nel Bellunese di notte, già l’indomani mattina eravamo a Padova a far iniziare le cure al nostro piccolo che sono continuate in tutti questi mesi fino, purtroppo, all’esito che mai avremmo voluto avere. Non finiremo mai di ringraziare tutti coloro che qua nel Bellunese ci hanno accolto con il cuore aperto e le braccia spalancate». 


LA GUERRA 
«Noi ucraini amiamo la pace e la libertà - sottolinea Yuriy - ma ci siamo resi conto che, invece, c’è chi non apprezza questi valori così profondi e fondamentali del buon vivere. Io, mia moglie, i nostri parenti e amici siamo cresciuti nel rispetto di tutti, dal vicino di casa, all’abitante di altra città e nazione. Così non è per i russi che ci hanno aggrediti. Io non sono al fronte perché la legge prevede l’esonero per chi ha almeno tre figli. E questo è il mio caso, tanto più con Davyd malato. Sono profondamente orgoglioso dei miei connazionali che, nei modi più diversi, cercano di difendere la nostra patria». 


LA QUOTIDIANITÀ
Nel frattempo la famiglia Kolivoshka ha fatto la conoscenza del “Progetto Ucraina” proposto dal Cantiere della provvidenza, presieduto da Tiziana Martire, proprio per dare una mano alle persone in fuga dalla guerra. «Così - spiega il coordinatore Angelo Paganin - Yuriy è stato assunto per seguire la gelsobachicoltura. Il suo compito è quello di curare i bachi da seta e di coltivare i gelsi necessari per produrre le foglie che sono alla base della loro alimentazione. La moglie lo aiuta come volontaria mentre i due bambini più grandi frequentano la scuola elementare di Sedico e amano giocare a calcio con i coetanei. Attualmente vivono nella canonica di Cergnai di Santa Giustina e attorno a loro c’è veramente tanto affetto». Non da ultimo quello manifestato dal giornalista Luigi Guglielmi e dalla moglie Roberta Sarzetto che hanno lanciato una raccolta fondi per aiutarli in questo momento drammatico. «Vi chiediamo - rivolgendosi ai bellunesi - di donare un contributo per le spese, come ad esempio quelle del funerale: bastano 10 euro a testa, se siamo in tanti. Per favore, fate un versamento, davvero. L’iban è quello del conto Kolivoshka IT 71 G 02008 61310 000106446243».


 

Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 07:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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