Non fu stupro di gruppo, assolti tre giovani calciatori. Incongruenze nel racconto della ragazza

Selfie in ospedale, ematomi comparsi 16 giorni dopo, nessuna traccia sui vestiti hanno reso poco credibile la presunta vittima

Mercoledì 17 Gennaio 2024 di Federica Fan
Santiago Visentin in campo

BELLUNO - Rischiavano 8 anni ciascuno, ieri è arrivata l’assoluzione in Tribunale a Belluno per i tre calciatori che erano accusati della pesante accusa di stupro di gruppo durante una festa di ferragosto di tre anni fa. Alla pronuncia della sentenza di assoluzione «perché il fatto non sussiste» l’abbraccio con i loro difensori e la serenità di nuovo sui volti di Federico De Min 26 anni di Belluno, che all’epoca dei fatti giocava come terzino sinistro nell’Eclisse Carenipievigina (Pieve di Soligo), e Matteo Verdicchio, 25 anni di Belluno che era centrocampista del Nogarè (Terza categoria). Loro ieri erano in aula. Una telefonata invece ha comunicato la bella notizia al terzo imputato, ora in Argentina, Guido Santiago Visentin 24 anni, all’epoca residente a Verona e che giocava con l’As Cittadella. Il collegio di magistrati presieduto da Antonella Coniglio ha ritenuto che la prova della parte offesa fosse contraddittoria o insufficiente. La presunta vittima era costituita parte civile (avvocato Cristiana Riccitiello) e aveva chiesto 150mila euro di risarcimento.
Il collegio si è riservato 90 giorni per le motivazioni, sulla base delle quali l’accusa potrà presentare appello.

I DUBBI
Ma che ci fosse qualche discrepanza nel racconto era emerso nel processo: se il pubblico ministero aveva ritenuto attendibile la vittima e il suo racconto in aula, lo stesso racconto era stato smontato invece dalle difese, avvocati Alessandro Avanzi, Anna Casciarri, Massimiliano Paniz, che avevano sollevato diverse ipotetiche incongruità. Dai selfie mentre la giovane era in pronto soccorso, alla maglia pulitissima in cui non c’era alcuna traccia biologica a testimoniare quella violenza carnale. O ancora dai lividi che non erano stati riscontrati nella prima visita in ospedale ma che poi erano comparsi a distanza di 16 ore dal fatto. «Ho sentito il peso della vita di questi ragazzi», ha detto l’avvocato della difesa di uno degli imputati Anna Casciarri al termine di un’arringa che è stata un vero e proprio pugno allo stomaco.

LE ACCUSE
La violenza sessuale si sarebbe consumata il giorno di ferragosto del 15 agosto 2020: una grigliata a Visome, in comune a Belluno, tra ragazzi culminata poi nell’aggressione. La giovane sarebbe andata a riposarsi e mentre era sola e indifesa, sarebbe stata raggiunta dai tre calciatori. Stando a quanto raccontato dalla vittima nella denuncia querela, presentata qualche giorno dopo i fatti in Questura, lei avrebbe provato a liberarsi dalla loro presa, chiedendo di smetterla, ma invano.

LE DIFESE
De Min e Verdicchio erano difesi dallo studio Paniz, con gli avvocati Massimiliano Paniz e Anna Casciarri. Quest’ultima in una lunga arringa aveva ripercorso e messo a confronto le parole della ragazza dette in aula e nella denuncia, con le intercettazioni telefoniche sul suo telefono, in cui emergeva un’altra persona. Poi la maglietta: su quella maglia nera ci sarebbe dovuta essere la traccia di quel rapporto non voluto. E invece nulla. E quelle parole: «Mi sono rivestita e sono andata a rinfrescarmi», che non tornerebbero con una giovane che ha appena subito violenza. «Ne ha raccontate tante di bugie», aveva detto l’avvocato Casciarri, ricordando come in pronto soccorso era entrata lucida e orientata, ma alle amiche aveva raccontato che vomitava e aveva avuto una crisi di panico tanto che i sanitari avrebbero dovuto darle dei calmanti. 

LE REAZIONI
Dopo la lettura della sentenza le reazioni. «I nostri assistiti erano emozionati e contenti - ha dichiarato ieri l’avvocato Casciarri - è stata una soddisfazione notevole abbiamo avuto la fortuna di aver un collegio particolarmente attento e scrupoloso: non è stato un processo facile per nessuno».
 

Ultimo aggiornamento: 07:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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