Stupro di gruppo dopo la partita, Onescu verso l'addio al Dolomiti. Retromarcia degli sponsor, club infuriato: «Mai informati del processo»

Giovedì 2 Febbraio 2023 di Alessandro De Bon
Daniel Onescu

BELLUNO - Dolomiti Bellunesi-Virtus Bolzano di domenica scorsa potrebbe essere stata l'ultima apparizione di Daniel Onescu con la maglia dei bianchi. All'indomani della condanna del centrocampista a 6 anni di reclusione per violenza sessuale aggravata, la società ha annunciato con una nota la sospensione del giocatore da ogni attività.

Le riflessioni però sarebbero andate già oltre, vuoi per i tempi della giustizia, vuoi per la leggerezza con cui il giocatore avrebbe gestito il caso con la società.

I FATTI
La notizia della condanna è precipitata sulla Dolomiti martedì mattina: 9 anni di reclusione per violenza sessuale aggravata, accorciati a 6 grazie all'attenuante del risarcimento riconosciuto alla vittima. Una mazzata clamorosa per Daniel Onescu e altri 4 giocatori, tra cui l'ex Belluno Guido Santiago Visentin, ai tempi del misfatto compagni di squadra alla Virtus Vecomp. I 5, di ritorno da una trasferta a gennaio 2020, avrebbero invitato una ragazza a casa di uno degli imputati e in seguito a un gioco alcolico ne avrebbero abusato sessualmente. Tutti meno Daniel Onescu, il quale però avrebbe documentato tutto con lo smartphone. Severa, inamovibile e uniforme la sentenza del giudice dell'udienza preliminare Paola Vacca: 6 anni a tutti e 5.

IL COMUNICATO
Dopo un iniziale silenzio nella serata di martedì la società si è riunita per decidere come affrontare la situazione. Quindi, ieri mattina, la nota ufficiale: La società Ssd Dolomiti Bellunesi, non nascondendo stupore e incredulità ha appreso solo ieri dagli organi di stampa del coinvolgimento di un proprio tesserato, Daniel Onescu, in fatti di grave rilevanza, con risvolti penalistici (). La medesima società - alla luce della gravità dei fatti contestati - ha ritenuto di sospendere da ogni attività in via cautelare e a tempo indeterminato il giocatore.

RABBIA E STUPORE
Archiviata la nota ufficiale, pare che tra martedì sera e mercoledì mattina in sede tirasse una bruttissima aria. A lasciare di stucco la società sarebbe stata la scelta di Onescu di non informarla del procedimento in atto, vuoi al momento della firma, vuoi in tutti questi mesi. E ancor più incredibile, secondo alcune voci, sarebbe stata la risposta del ragazzo: nulla ho fatto, nulla avevo da dire. Peccato che al di là dell'etica e della morale, che rispondono esclusivamente alla propria coscienza, il primo grado di giudizio, a cui tutti e 5 gli imputati ricorreranno in appello, abbia espresso un parere diametralmente opposto.

IMMAGINE ROVINATA?
Particolarmente irritati e decisi per la sospensione, vedendo su tutta la stampa nazionale la maglia con i propri marchi e il nome della propria società associate a uno stupro, sarebbero apparsi i due main sponsor Ital-Lenti e Sportful, nelle persone di Paolo Polzotto e Dario Cremonese.

IL PARERE DI GRASSANI
Noto avvocato specializzato in diritto sportivo, Mattia Grassani martedì aveva spiegato al Gazzettino che la faccenda si sdoppierà, coinvolgendo anche la giustizia sportiva: «Ora la Procura Federale della Figc aprirà un fascicolo e in autonomia potrà sottoporre i giocatori a giudizio. Quella sportiva è una giustizia autonoma, non aspetta i tempi di quella penale. Nello specifico parliamo di un reato grave, che risponde all'Articolo 4 in termini di violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità. Le pene applicabili arrivano alla radiazione, o comunque a una squalifica di media-lunga durata. È rarissimo che la giustizia sportiva, che ha uno standard probatorio per raggiungere un'affermazione di responsabilità molto più basso, sconfessi quella penale».

VERSO L'ADDIO?
Questione di tempi e - di nuovo - di morale. Per arrivare alla sua decisione la procura federale della Federcalcio dovrà acquisire gli atti del tribunale competente, tra cui le motivazioni della sentenza che saranno depositate più o meno a 60 giorni dalla sentenza. Quindi inizio aprile. Da lì alla sentenza sportiva - sempre secondo Grassani - dovrebbero passare tra i 2 e i 3 mesi. Saremo in piena estate. E se è vero che la giustizia sportiva delle due si mostra addirittura più severa, facile immagine che per Onescu arriverà una lunga squalifica da scontare nella stagione 2023/2024. A prescindere comunque, la Dolomiti potrebbe decidere di non volere più in rosa il l'esperto centrocampista di Sedico, classe 1993, nato in Romania ma bellunese d'adozione. Un trentenne che si affacciò al calcio degli adulti già nel 2008, quando iniziò a essere aggregato alla prima squadra del Belluno. Poi un lungo peregrinare sui campi di tutta Italia, in una decina di anni di professionismo, prima di tornare a casa e di venire scelto dalla società nata dalla fusione di Belluno, Union Feltre e San Giorgio Sedico, come rinforzo numero uno della Dolomiti.

L'ESIGENZA DI TUTELARSI
Il club comunque ha deciso di tutelarsi legalmente. Daniel Onescu infatti è uno dei pochi giocatori - se non il solo - ad aver sottoscritto un accordo economico pluriennale. «La società - precisa Grassani - può chiedere che il contratto in essere venga risolto per non dover pagare un giocatore che non può giocare in quanto squalificato».

TRASFERTA A CARTIGLIANO
Confinato in panchina dalla gestione Brando, con l'arrivo di Diego Zanin Onescu era diventato un'architrave della Dolomiti: frangiflutti davanti alla difesa e in più occasioni addirittura capitano. Al suo posto, ora, potrebbero giocare Conti, oggi centrale di difesa ma qualità eclettiche, o Tuninetti. Proprio Rodrigo, argentino, classe 1995, già domenica aveva giocato davanti alla difesa, affiancato da Onescu, un po' mezzala, un po' esterno. Ma al di là di ruoli e posizioni, sarà da verificare la reazione a livello mentale, nella prossima partita, domenica a Cartigliano, un campo dove la Dolomiti ha già subìto pesanti sconfitte (5-0 la scorsa stagione).
 

Ultimo aggiornamento: 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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