Pista da bob, mancano almeno 30 milioni: ecco cosa rischia Cortina

Domenica 1 Ottobre 2023 di Alda Vanzan
Le ultime gare del 2008 sulla pista da bob di Cortina, poi chiusa

Soldi. Alla fine per restare a Cortina d’Ampezzo ed evitare che i Giochi olimpici invernali del 2026 abbiano una appendice all’estero (Innsbruck, Austria o Sankt Moritz, Svizzera) c’è “solo” bisogno che il Governo metta qualche soldo in più rispetto al preventivato. Quanti? La forbice è tra i 30 e i 60 milioni di euro. Il motivo? Più di uno: il caro prezzi, la necessità di organizzare cantieri H24 per rispettare i tempi di consegna dell’opera (la pista deve essere finita entro novembre 2024 per i collaudi e le gare di test indispensabili per avere la certificazione dal Comitato olimpico internazionale), non ultimo il margine di guadagno per il privato che accetterà di realizzare l’intervento. Ma il paradosso è che si mollasse Cortina per adeguare ad esempio l’impianto di Innsbruck, comunque bisognerebbe spendere (si è parlato di un affitto di 15 milioni di euro, con possibilità che la spesa alla fine lieviti a 40-45 milioni), salvo non avere alla fine nulla di permanente. Non la pista da bob, non il museo da intitolare a Eugenio Monti, non il nuovo acquedotto, non la nuova centrale termica previste a Cortina. Tutti questi interventi salterebbero, mentre bisognerebbe ridimensionare il villaggio olimpico nella conca ampezzana e duplicarlo in Austria. E, allora, cosa conviene? 
La situazione è di stallo e non se ne uscirà senza una decisione politica.

Cioè del Governo. Perché è Roma, non Venezia, che mette i soldi. E a Roma dovranno fare una “lista della spesa”, mettere in fila tutti gli esborsi e tutte le opere, soprattutto mettere a confronto Cortina con le possibili alternative. Voce per voce, capitolo per capitolo. E con i numeri, stabilire, alla fine, se è meglio pagare un po’ di più ma tenere le Olimpiadi in Italia confermando opere che poi resteranno sul territorio o versare invece un “affitto” a un paese straniero. Dettaglio non ininfluente, dopo i Giochi ci saranno le spese di gestione: un milione e mezzo all’anno.


LE AZIENDE
Di sicuro gli 81 milioni - per la precisione 81.610.000 - che lo Stato pagherebbe per realizzare l’opera non sono ritenuti sufficienti dalle imprese di costruzione, tant’è che alla gara d’appalto non c’è stata una sola offerta e anche la procedura negoziata non ha prodotto esiti. Risultano interlocuzioni con più aziende, in particolare Pizzarotti (è la società che ha costruito il ponte Siffredi a Genova) e WeBuild (sua la nuova diga foranea di Genova, è la società che si è vista assegnare la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina), ma pare che tutte abbiano dato la stessa risposta: l’importo va adeguato, così com’è non c’è margine, i tempi sono stretti e quindi bisogna organizzare i cantieri in modo da lavorare giorno e notte, senza contare il costo delle materie prime che è aumentato.


IL QUADRO ECONOMICO
Se l’importo a base d’appalto era 81.610.000 euro (il cosiddetto secondo lotto), tutta l’operazione bob a Cortina ammonta a 124.770.100 euro, di cui 118.424.000 a disposizione della stazione appaltante, cioè la società Simico. Perché non c’è solo la pista di ghiaccio da costruire. Ci sono altri interventi previsti a Cortina, tra cui la riqualificazione dell’area del Ronco per una estensione complessiva di 7 ettari. Il dettaglio originario era il seguente: pista e impianto di refrigerazione 68,2 milioni; spazi ed edifici per eventi collettivi e nuova centrale termica per alimentare altri impianti sportivi 18 milioni; riqualificazione viabilità e aree contermini e nuovo acquedotto 16 milioni; memorial Eugenio Monti museo del bob 6,4 milioni; terzo lotto 1,5 milioni; cantierizzazione 2,6 milioni; oneri sicurezza 7 milioni. Va da sé che se si decide di far “traslocare” le gare di bob, skeleton e slittino, salta anche tutto il resto. Resterebbe solo quello che si è già fatto, cioè la demolizione e la bonifica della vecchia pista.


L’INTERROGAZIONE
A quando le decisioni? Più che Simico e Sant’Andrea, a decidere non potrà che essere il Governo. I ministeri coinvolti sono lo Sport di Giovanni Abodi e le Infrastrutture di Matteo Salvini, ma una voce in capitolo può averla anche il presidente della Fondazione Milano Cortina 2026 Giovanni Malagò, se non altro per interfacciarsi con il Cio visto che i Giochi oggi prevedono il bob a Cortina e che comunque Innsbruck non ha l’omologazione. Ma una risposta del ministro Abodi potrebbe esserci già nei prossimi giorni grazie all’interrogazione che il senatore veneziano Andrea Martella ha presentato in merito alla localizzazione del villaggio olimpico: «È stato scelto Fiames, si poteva riqualificare il villaggio ex Eni di Borca di Cadore - ha detto il parlamentare del Pd -. Nei prossimi giorni è previsto che il ministro Abodi risponda in merito in aula al Senato, sarà l’occasione per chiedergli cosa intende fare relativamente ai problemi emersi in queste ultime settimane».
 

Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 10:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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