BELLUNO La Provincia di Belluno si schiera contro la pista da bob di Cortina d'Ampezzo, chiedendo che sia valutata concretamente l’ipotesi di spostare le gare delle Olimpiadi invernali 2026 a Innsbruck. Ma è stata una presa di posizione che ha spaccato, come non era mai successo prima, il consiglio provinciale di Belluno (il centrodestra è uscito dall’aula), e che ha diviso lo stesso centrosinistra che aveva proposto l’ordine del giorno, con il presidente Roberto Padrin che si è astenuto, mentre quasi tutta la sua maggioranza ha votato a favore.
LE POSIZIONI
Uscito dall’aula, il centrodestra ha motivato la decisione di non appoggiare l’ordine del giorno: «La pista da bob non può diventare un tema di distrazione di massa. Occuparsi oggi, fuori tempo massimo, del tema dell’impianto a servizio delle Olimpiadi invernali 2026, è un ottimo esercizio politico, ma siamo sicuri sia di utilità per le comunità bellunesi? Nel marzo 2022 il consiglio provinciale ha deliberato favorevolmente il proprio appoggio. Cosa è cambiato oggi? Dal nostro punto di vista nulla. E un ordine del giorno su un tema di competenza statale rischia di essere pura filosofia». Padrin ha invece distinto due piani: «Il piano di cittadini, associazioni, società civile, comunità locale; e il piano dell’amministrazione provinciale, che anche senza avere competenze dirette può e deve raccogliere il sentire popolare ed esprimere il proprio parere. Se il primo è facile, immediato, il secondo è più complesso e non è giusto che si presti a strumentalizzazioni. Oggi quindi ci troviamo davanti a un progetto di una pista che non è priva di dubbi e punti critici, su tutti l’aumento dei costi di realizzazione e di gestione. Ma va detto chiaramente che nel dossier olimpico non è mai stata messa in dubbio la presenza della pista». Sconcertato Gianluca Lorenzi, sindaco di Cortina: «Sono molto sorpreso per l’atteggiamento della Provincia di Belluno. Mi meraviglia soprattutto che questo voto arrivi ora, in questo momento e in questo modo. Ricordo che la Provincia aveva fatto il massimo possibile, per sostenere la candidatura ai Giochi 2026, nella consapevolezza di quanto poteva comportare».
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