La futura pista da bob sfratta i campi da tennis: gli sport dividono la Cortina olimpica

Domenica 11 Luglio 2021 di Lauredana Marsiglia
I campi da tennis di Sopiazes

CORTINA D’AMPEZZO - La futura pista di bob da 80 milioni di euro, voluta dalla Regione Veneto in vista delle Olimpiadi invernali 2026 e bocciata dal Comitato olimpico internazionale, sfratta il tennis a Sopiazes. Un boccone amaro per i gestori “foresti” del Tennis Country Club, Andrea Mantegazza e Paola Bergamo, artefici di una crescita associativa che in 13 anni è passata da poche decine di soci agli attuali 350. Ma se questo è il dritto, il rovescio sta in non altrettante storie di successo su altre strutture tennistiche, l’Apollonio di Cortina e quella di San Vito di Cadore. Da qui le frizioni che ancor oggi sembrano trascinarsi tra il Comune e i gestori, convinti di non essere ben accetti per l’assenza di sangue ampezzano nelle vene.
Il contratto con la Sopiazes, società privata che ha dato poi in gestione i campi a Mantegazza e Bergamo, scade il 30 settembre e l’area tornerà nelle disponibilità del Comune di Cortina d’Ampezzo.
«Non ci saranno ripensamenti» taglia corto il vice sindaco Luigi Alverà. Quell’area a ridosso della vecchia pista di bob intitolata al Rosso Volante, alias Eugenio Monti, servirà per lo sviluppo del nuovo impianto che, con la sua coda finale, “asfalterà” parte dei campi da tennis.
«Ma Cortina non abdicherà al tennis - ribatte il sindaco Gianpietro Ghedina mettendo le mani avanti rispetto ai tentativi di far passare la sua amministrazione per una nemica della disciplina -; attraverso la nostra società SeAm gestiamo l’impianto Apollonio e non appena avremo un quadro preciso di come si svilupperà il progetto della nuova pista che comporterà una riorganizzazione dell’area vedremo se attivare altri campi, magari anche migliori e si potrebbe pensare anche ad una struttura coperta. Si vedrà. Di certo il tennis resta uno dei nostri punti di forza».
Per parare il colpo, Bergamo e Mantegazza, raccogliendo l’adesione dei soci, hanno proposto al presidente della società Sopiazes, Maurizio Pozzan, di poter acquisirne il ramo d’azienda. Operazione che però non può essere fatta dalla Sopiazes, peraltro in liquidazione, ma solo dal Comune. Comune che però non ha alcuna intenzione di ritornare sui propri passi ipotizzando anche una possibile gestione diretta dei campi. Anche Pozzan parla di «esperienza finita. Si sapeva da tempo che la concessione era in scadenza. E va bene così».
Nel mirino finisce la pista da bob. «Sappiamo tutti - dicono Mantegazza e Bergamo - che dopo i Giochi la nuova pista non sarà produttiva: quella precedente venne lasciata al degrado che vige tutt’ora. Gli esempi di abbandono arrivano da quella di Cesana realizzata per le Olimpiadi 2006 di Torino. Altrettanto avverrà, secondo i vertici del Club, con il nuovo impianto che, dicono, «pare certo sarà inserito in una sorta di Disneyland di montagna con colate di cemento per attività commerciali e abitative con l’aggiunta di attività di taxi bob e fan bob».
Sul tavolo della diatriba, arrivano anche i numeri legati all’attività del Contry Club e stilati da professor Enrico Martinolli: settimanalmente viene frequentato da 200 persone per otto mesi l’anno. A luglio si sale di 100 unità e ad agosto fino a 200. Si arriva così a 9.100 persone. Poi ci sono i grandi eventi come il torneo Savoia Cup, edizione invernale di tre giorni, con 400 spettatori al giorno; la versione estiva sale a 650. Il torneo Atp del 2017 portò addirittura a 18mila spettatori. Complessivamente, spiega Martinollo, si sommano 39.728 partecipanti annuali. Cifre che portano il valore stimato del Contry Club ad oltre 530 milioni di euro. 
 

Ultimo aggiornamento: 07:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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